L’esordiente Silvia Avallone con “Acciaio” (Rizzoli) guida con 62 voti la cinquina del Premio Strega 2010 scelta questa sera nella prima votazione alla Fondazione Bellonci. Al secondo posto Paolo Sorrentino con “Hanno tutti ragione” (Feltrinelli) che ha avuto 55 voti e al terzo Antonio Pennacchi con “Canale Mussolini” (Mondadori), 54 voti. Nessuna sorpresa per i primi tre posti che le voci della vigilia della prima votazione assegnavano a questi tre autori. Erano salite anche le quotazioni di Matteo Nucci con il suo “Sono comuni le cose degli amici” (Ponte Alle Grazie) che ha ottenuto infatti 50 voti, seguito da Lorenzo Pavolini con “Accanto alla tigre” (Fandango), 45 voti.
Prima degli esclusi Barbara Garlaschelli con “Non ti voglio vicino” (Frassinelli), 31 voti, che ha distanziato di tre punti l’intraprendente Rosa Matteucci, diventata subito un caso editoriale con “Tutta mio padre” (Bompiani), che correva da sola e ha ottenuto 28 voti. Agli ultimi posti a pari merito Angela Bubba con “La casa” (Elliot), 6 voti e Beatrice Masini con “Bambini nel bosco” (Fanucci), 6 voti. Non ha avuto il ruolo di cartina di tornasole sulle votazioni della cinquina Raul Montanari con “Strane cose, domani” (Baldini e Castoldi Dalai) che stasera ha ottenuto 9 voti e ieri si era conquistato il voto collettivo dei giovani. Su 400 votanti hanno espresso il loro voto in 376 (87.44%) e le schede bianche sono state sei.
Lo spoglio, presieduto da Tiziano Scarpa, vincitore della scorsa edizione del Premio Strega, in un’affollatissima serata alla Fondazione Bellonci a cui erano presenti quasi tutti gli editori, gli uffici stampa e i 12 autori finalisti, si è svolto senza particolari colpi di scena.
La Avallone, 25 anni, di Biella, già vincitrice del Campiello Opera Prima con “Acciaio”, da in questo romanzo di formazione uno squarcio sull’Italia operaia di periferia, al tempo in cui sembra che la classe operaia non esista più, attraverso gli occhi di due ragazzine di 13 anni, Francesca e Anna che diventano donne.
In “Hanno tutti ragione” il regista e sceneggiatore Paolo Sorrentino, 40 anni, napoletano, al suo primo romanzo, racconta la storia di Tony Pagoda cantante di night, quarantenne cocainomane e sciupafemmine, sull’orlo del divorzio, che decide di dare una svolta alla sua vita. Il protagonista ricorda molto il Tony Pisapia del film “Un uomo in più” del 2001.
Riporta alla bonifica delle palude pontine, invece, “Canale Mussolini” di Antonio Pennacchi, 60 anni, di Latina. Su questa terra bonificata dai progetti del Duce arrivano migliaia di persone dal nord e tra questi coloni c’é la famiglia Peruzzi.
Nucci, 40 anni, romano, in “Sono comuni le cose degli amici” dà voce alla ricerca di Lorenzo su chi fosse davvero suo padre Leonardo, un uomo affettuoso e insondabile, di cui gli è sempre sfuggita la verità .
Tra storiografia e biografia si colloca “Accanto alla tigre” di Lorenzo Pavolini, 46 anni, romano, ripercorre la storia del nonno, il gerarca fascista Alessandro Pavolini, fucilato nel 1945 a Dongo, di cui emerge una doppia immagine.
Il vincitore sarà votato il primo luglio al Ninfeo di Villa Giulia a Roma.