ROMA – Elezioni più vicine, sancisce il Fatto quotidiano in edicola l’8 giugno. Partendo dalla dichiarazione del presidente del Consiglio Mario Monti: “Mollato dai poteri forti”, il quotidiano diretto da Antonio Padellaro titola: “Elezioni più vicine”.
Il premier si sente abbandonato da Confindustria e Corriere della Sera, mentre l’attività del governo si blocca e il decreto Sviluppo non si vede. Con i partiti nervosi, se l’euro non crolla, dopo l’estate si può tornare a votare
Di spalla all’apertura il pezzo a firma di Paolo Flores D’Arcais dal titolo: “Il momento della verità”:
Oggi si riunisce la direzione del Pd. Domani, su iniziativa della Fiom e di fronte ai quadri sindacali di fabbrica, Bersani, Di Pietro, Vendola, e la società civile di “Li – bertà e Giustizia”, “Beni Comuni”, “Alba”, MicroMega , ecc., incroceranno gli argomenti su come dare rappresentanza parlamentare a chi oggi ne è privo, i lavoratori e il Terzo Stato. In altri termini, in due giorni, tutte le forze che si dichiarano (più o meno) di sinistra dovranno dare una risposta alle più urgenti e ineludibili questioni politiche. Perché anche traccheggiare o praticare lo slalom in stile doroteo costituirà una risposta: la peggiore. Sembra che Bersani voglia proporre le primarie a ottobre (anche se D’Alema è contrario). Ma primarie di partito, cioè primarie fantoccio. Una miserabile resa dei conti tutta interna alla nomenklatura Pd, tra lui e il giovane/vecchio Renzi, in sostanza. Lo specchietto per le allodole potrebbe chiamarsi “primarie di partito aperte”. Un modo per evitare le primarie vere, di coalizione, in cui candidati dei partiti e della società civile si scontrerebbero ad armi pari, sotto il controllo di un comitato di garanti indipendente (come proposto dal prodiano Parisi e dal numero due della Fiom Airaudo).
L’editoriale di Marco Travaglio si intitola un giudice a Strasburgo:
Un giorno qualche economista indipendente, sperando che esista, calcolerà quanto ci è costato Silvio Berlusconi con il suo monopolio illegale e incostituzionale sulla televisione e sul mercato (si fa per dire) delle telecomunicazioni. Quanto ci è costato e continua a costarci in termini di mancata innovazione, mancati investimenti, mancato sviluppo, mancata banda larga (1 punto e mezzo di Pil), mancata concorrenza, mancata qualità, mancati posti di lavoro, mancato servizio pubblico, mancata pubblicità a giornali e web, mancati introiti per lo Stato dall’affitto delle frequenze (regalate da sempre). Da ieri, a questi danni spaventosi, si aggiungono i 10 milioni di euro di danni morali e materiali che lo Stato deve sborsare per risarcire Francesco Di Stefano che per 10 anni ha atteso invano le frequenze per trasmettere con Europa7 dopo che nel 1999 aveva ottenuto, con regolare concorso pubblico, la concessione.
A centro pagina la cronaca con la vicenda della bomba di Brindisi e la confessione di Giovanni Vantaggiato: “La confessione del killer fa acqua Si ipotizza un mandante”.
Carina e tagliente come sempre la “cattiveria” a fondo pagina: Ettore Gotti Tedeschi: “Se mi uccidono leggete queste car te”. E consegnatele a Dan Brown ( www. spinoza. it).
