ROMA – Polemica su Twitter tra Report ed Eni nel corso della puntata di domenica 13 dicembre. Mentre il programma condotto da Milena Gabanelli mandava in onda un servizio intitolato “La Trattativa” sull’acquisto della licenza per sondare i fondali marini in Nigeria della concessione petrolifera Opl245, il Cane a sei zampe rispondeva in tempo reale, in second screen su Twitter, con tanto di documenti e infografiche che smentivano punto per punto le ipotesi accusatorie formulate nel reportage. A orchestrare l’operazione Marco Bardazzi, responsabile della comunicazione del colosso energetico dallo scorso febbraio, che è intervenuto anche dal suo profilo personale non esitando a definire l’inchiesta di Report “una fiction”. Per poi rimandare ad una pagina creata ad hoc per l’occasione con link e approfondimenti sui quattro punti principali dell’inchiesta. Bardazzi alla fine affonda: “La prossima volta fateci intervenire in diretta per un vero contraddittorio”. Ma a rispondergli è la stessa Gabanelli che pubblica uno scambio di mail tra le parti e afferma: “Hanno rifiutato l’invito con richieste e attese andate avanti per un mese”. E a darle man forte interviene nientemeno che il direttore di Rete, Andrea Vianello, che twitta: “Report è programma d’inchiesta che non prevede ospiti in diretta. Per dare la propria versione basta accettare di rispondere alle domande”.
Ma qual era l’oggetto del dibattito? La vicenda risale a quattro anni fa, quando Eni acquistò per 1,1 miliardi di dollari una concessione per un blocco petrolifero a sud della Nigeria chiamato Opl245, ottenendo il diritto di effettuare rilievi e sondare il fondale marino alla ricerca di giacimenti. Secondo la trasmissione di Rai Tre però nell’operazione furono coinvolti diversi intermediari, di qui il sospetto di Report, “che sia stata pagata una delle più grosse tangenti della storia”.
Il reportage a firma di Luca Chianca spiega che i dettagli sulla trattativa per ottenere Opl245 emersero “per puro caso” in seguito all’avvio di un processo nel 2011 nel Regno Unito da parte della Energy Ventures Partners di Emeka Obi, che fece causa alla Malabu Oil dell’ex ministro del petrolio della Nigeria, Dan Etete, con l’accusa di non avere ricevuto un compenso per il proprio ruolo nell’operazione che portò Opl245 sotto il controllo di Eni.
Secondo Report “buona parte dei soldi pagati da Eni, ben 800 milioni, non sarebbero andati al governo, ma nelle tasche di società private nigeriane riconducibili al misterioso, Aliyu Abubakar, definito nel suo paese l’uomo ombra”. Eni dice di avere versato il denaro per la licenza direttamente al governo e di essere estranea a qualsiasi altra transazione successiva. Senza entrare nel merito della vicenda, per la quale rimandiamo ad appositi approfondimenti, resta interessante la guerra mediatica andata in scena domenica sera a colpi di telecomando e di smartphone. Televisione di Stato vs social network, tenendo ben presente che i due media hanno pesi diversi ma il più piccolo non è da sottovalutare.