Una battuta per rispondere a chi ne contesta sotto vari aspetti la mediocrità: «Avete ragione al cento per cento, ma allora fatemi fare l’unica cosa che rimane: il Re». Emanuele Filiberto sottolinea, in un articolo per L’Opinione, che si tratta di una battuta, «ma risponde a coloro i quali pensano e dicono che chi si dedica allo spettacolo non può, poi, trattare di cose serie».
Poi, scrivendo in terza persona sull’Opinione aggiunge: «Invece non pochi, e più tra i monarchici che tra i repubblicani, sono quelli per i quali il Principe ha sempre torto: non solo non può cantare, perché non arrivano neppure ad immaginare la serietà d’un impegno artistico, ma non potrebbe fare politica in quanto non è di parte, non può lavorare poiché non è elegante, né campare di rendita perchè sarebbe parassitario. A parte l’inesistenza della rendita, questa è l’unica cosa che condivido. Difatti, mi sono sempre dato da fare. Forse, se pochi lamentano che in passato mi sia occupato di fondi comuni d’investimento ciò è dovuto alla minore notorietà della cosa, altrimenti quanti non ritengono “regale” occuparsi di vile danaro sarebbero saltati fuori, è certo».
Parlando di Sanremo, il principe dice: «Non lamento alcun complotto da parte dei giurati». Emanuele Filiberto interverrà a Porta a Porta, in una puntata tutta dedicata a Sanremo, alla clamorosa contestazione dell’orchestra e ai dubbi sul televoto. Venerdì 26 febbraio poi ci sarà il “trionfale” ritorno ai Raccomandati insieme a Pupo per la prima delle due puntate in più varate da Raiuno sull’onda del successo dell’edizione di quest’anno.
Intanto, il direttore d’orchestra del festival Marco Sabiu, intervenendo a Start su Radio 1 Rai, già riabilita la contestata “Italia amore mio”. «Quello del trio Pupo, Emanuele Filiberto e del tenore Luca Canonici è un bel pezzo», ha detto, «è la classica canzone italiana che funziona. Ho apprezzato il lato musicale, poi sul testo ognuno giudica alla sua maniera. Da un punto di vista musicale non aveva niente di più e niente di meno rispetto alle altre canzoni». Parole che faranno contento il Principe che sostiene: «Un dato che la canzone si sia affermata sull’onda del successo delle gente, che l’ha scelta col televoto, anche se non ha incontrato i gusti della giuria».
Ad Emanuele Filiberto piace che “Italia amore mio” sia piaciuta, «perché dimostra la coscienza diffusa tra gli italiani. Il brano non è piaciuto a chi ha, forse, privilegiato carriere artistiche più canoniche».