ROMA โ Settimana lavorativa di 30 ore, in futuro anche 20, e tutti in pensione a 60 anni. Sono le proposte di Beppe Grillo, per la serie facciamo la rivoluzione, ma con calma e soprattutto senza affaticarci.
Incarna, lโex comico genovese, lโantipolitica, lโantipassato, lโantitutto. Ma le sue due ultime proposte ricordano da vicino le promesse elettorali di altri e molto piรน classici leader politici. Nonchรฉ i peggiori vizi dei classici elettori, prontissimi ad innamorarsi degli slogan piรน che dei contenuti. Che fine hanno fatto, viene da chiedersi, la meritocrazia, il valore del lavoro, tutte quelle istanze che Grillo dovrebbe contrapporre alla corruzione, alla burocrazia e al malcostume verso cui si scaglia?
La riduzione dellโorario lavorativo e lโabbassamento dellโetร pensionabile sono due proposte riportate dal Corriere della Sera e dalla Stampa. Probabilmente giornalacci pieni di bugie conoscendo lโidiosincrasia che il leader del M5S nutre nei confronti della stampa e dei giornalisti tutti. Ma proposte che, almeno sino a smentita, rimangono. โAppena arriveremo in Parlamento proporremo la riduzione dellโorario di lavoro a 30 ore settimanali. In Germania ne discutono, dobbiamo farlo anche noi con la prospettiva di arrivare, magari tra ventโanni, a 20 oreโ, ha detto Grillo a Viterbo dimenticando la sfiducia che nutre solitamente, soprattutto in tema di scelte economiche, con Berlino. E poi questa storia della Germania semplicemente non รจ vera, cosรฌ come non era vera quella del “in tutto il mondo gli operai partecipano alla proprietร delle imprese”. Non sono in realtร bugie ma neanche veritร , sono cose orecchiate, capite a metร , rimasticate e sfornate poi formato annuncio choc.
โIn ogni piazza si scandiscono le regole della nuova Italia: โUn tetto di quattro milioni alle pensioni per aumentare quelle minimeโ. Ma anche il ritorno dei 60 anni come limite per andare in pensioneโ, scrive La Stampa raccontando dellโultimo comizio grillino.
Due belle proposte certo accattivanti, capaci senza dubbio di attirar elettori come e piรน dellโantipolitica che da sempre Grillo cavalca. Ascoltandole torna perรฒ in mente una celeberrima battuta di un film: โMa come, cโera la rivoluzione e tu stavi prendendo un cappuccino?โ. Singolare infatti fare la rivoluzione dell’economia, del Pil, della ricchezza in piรน da produrre e da distribuire secondo migliore giustizia sociale lavorando 30, magari 20 ore a settimana e andando in pensione a 60 anni. Chi pagherร , ad esempio, le pensioni di milioni di 60enni se nessuno o quasi produrrร ? Probabilmente nessuno. Ma Grillo sembra aver, ancor prima dโessere entrato in Parlamento, mutuato un antico vizio della politica nostrana: la promessa elettorale.
Quella promessa ottima per attirar voti che poi tanto nessuno manterrร , e non sarร mantenuta perchรฉ irrealizzabile dal punto di vista tecnico ma soprattutto perchรฉ per chi sta allโopposizione non cโรจ nulla di piรน semplice e demagogico che fare una proposta per poi poter dire โnoi lโavevamo chiesto, sono gli altri che non hanno voluto farloโ.
Se questo delle proposte elettorali buone solo a scaldar cuori e conquistar consensi รจ perรฒ un antico abito italiano che anche Grillo sta scoprendo comodo, nuovo e particolarmente stridente appare la volontร di Grillo e dei grillini di cambiare il mondo e lโItalia allโinsegna del facciamolo con calma, lavorando poco e per poco tempo. Saranno stati prodotti di vecchie ideologie e avranno creato mostri e sfaceli come dice il comico, ma una volta, chi voleva fare la rivoluzione, chi voleva cambiare il mondo era pronto a rimboccarsi le maniche. Ma in fondo siamo un Paese di โpantofolaiโ, e Grillo ne รจ, anche lui a suo modo, l’ espressione. La Rivoluzione, magari con la maiuscola ma senza affaticarsi e farsi male che teniamo tutti famiglia: รจ questo il grande sogno italiano.
