ROMA – Nel pieno della bagarre per l’approvazione della manovra bis, tra misure che vanno e misure che vengono, con l’Europa e il Presidente Napolitano che premono perché si faccia in fretta e i mercati che continuano a sprofondare, uno spettro si comincia a materializzare davanti agli occhi di Berlusconi, del governo, e delle tasche degli italiani: la necessità di un’ulteriore manovra. Una manovra ter quindi, che andrebbe certamente a toccare stavolta pensioni ed Iva, riesumando, come se non bastasse, anche il contributo di solidarietà.
E’ questo lo spettro che si aggira nelle stanze del governo: la paura di dover rimettere mano ai conti pubblici, essere costretti a mettere in campo altre misure draconiane, non riuscire più a fermare la valanga. Con la conseguenza politica probabile che a saltare sarà il Cavaliere e tutta la coalizione di centrodestra. Si tratta di un’estrema ratio che tuttavia salta fuori con insistenza nelle conversazioni riservate. Ne hanno parlato nell’ultimo incontro a via Bellerio anche Tremonti e Bossi. La Merkel che mette sullo stesso piano Italia e Grecia, “sono in una situazione di estremamente fragile”, e Draghi, futuro presidente Bce, che ricorda che l’acquisto dei titoli di Stato italiani da parte della banca centrale europea potrebbe interrompersi, rendono lo spettro molto più concreto di quanto non si pensi.
E se di manovra ter si tratterà sarà una manovra che stavolta andrà a colpire tutti i punti più dolenti: il contributo di solidarietà che tanto fa soffrire il Cavaliere, le pensioni tanto care alla Lega e l’Iva su cui Tremonti non transige. I mercati, l’Europa e Napolitano, chiedono “misure capaci di rafforzare l’efficacia e la credibilità della manovra” ora in cantiere, anche nella speranza di evitare una manovra ter. E già si discute di rendere più stringente e chiara la cosiddetta “clausola di salvaguardia” di cui lo stesso Berlusconi aveva parlato al vertice di Parigi sulla Libia. In sostanza si tratterebbe di garantire che le eventuali mancate entrate dalla lotta all’evasione fiscale, messe già in bilancio con la manovra e che hanno suscitato molte perplessità a Bruxelles, verranno compensate con l’aumento dell’Iva di 1 o 2 punti.
Ma è di pensioni di anzianità e delle donne che si ritorna a ragionare e di un redivivo contributo di solidarietà. I punti su cui una terza manovra dovrebbe vertere non possono essere che questi, anche se per il momento non è affatto chiaro né da quando una riforma delle pensioni dovrebbe e potrebbe entrare in vigore, né di quanto dovrebbe essere il contributo di solidarietà, e tantomeno da che reddito dovrebbe scattare. L’unica certezza riguarda l’Iva che, o come “ancora di salvezza” della manovra bis, o come capitolo uno della manovra ter, sicuramente sarà aumentata, anche se deve ancora essere deciso se dell’1 o del 2%.