ROMA – Cronaca de La Repubblica (Cecilia Gentile) informa che i netturbini dell’Ama (spazzini di Roma) vanno decisi verso lo sciopero. E riporta le loro ire e ansie, insomma i loro perché. Singolare e a suo modo artistica la piattaforma di lotta di un anonimo avvolto in bandiera Cisl: “Vado avanti a Lexotan e Tavor, saremo le vittime, le prime vittime…”.
In realtà , ci sono grandi problemi anche politici dietro il folklore che caratterizza spesso in Italia la dialettica e le lotte sindacali.
I dipendenti dell’Ama di Roma, migliaia e migliaia da decenni in costante crescita, su questo li batte solo l’Atac, l’azienda dei trasporti della capitale (ma anche è vero che a Roma continuano a aumentare territorioe abitanti), vanno allo sciopero perché temono l’arrivo di aziende private nel servizio raccolta rifiuti e pulizia urbana.
In realtà i cosiddetti privati sono le cooperative, cioè un conflitto di interesse più grande di quello di Berlusconi con Mediaset, il conflitto di interesse che il Pd ha ereditato dal Pci. Nonostante inchieste su Mafia Capitale, scandali e polemiche, alla faccia dei cittadini, le cooperative sono alla ricerca di nuove attività e sbocchi, in testa la Cooperativa 29 giugno di Salvatore Buzzi, che peraltro già opera nelle strade di Roma, dove si possono vedrfe i suoi camion addetti alla raccolta della immondizia con il marchio della coop bene stampato sul fianco del cassonetto.
A dispetto di tutte le chiacchere e gli scandali, Ignazio Marino vuole fare passare per privatizzazione una pura e semplice esternalizzazione di attività al braccio economico del partito, forse è uno dei prezzi che deve pagare per restare in piedi, forse è una delle cause della infelicità del Pd romano nei confronti di un sindaco che già di suo ne ha fatte di tutti i colori.
I giornali si girano di là , fanno da tromba alla versione ufficiale. Salvo poi strillare quando un giorno scopriranno che…A proposito, il procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone ne è stato informato? E il grande moralizzatore Raffaele Cantone non ha nulla da dire?
Ma torniamo agli spazzini di Roma. Dicono i loro delegati sindacali che ultimamente sono stati obbligati a lavorare di più (maggiore produttività ) proprio per rendere appetibile ai privati l’attività di raccolta e smaltimento rifiuti.
Uno li sente e pensa: poveri spazzini, costretti a lavorare come bestie.
Non uno però che a Roma ci vive: la stessa mattina in cui leggi sul giornale degli spazzini pronti allo sciopero sotto casa, qualunque casa periferia o centro che sia, i cassonetti dell’immondizia nessuno dell’Ama li ha toccati, la monnezza regna sovrana per strada, in ogni strada di Roma, ogni giorno dell’anno.
E allora uno che vive a Roma pensa: avrebbero ragione questi dell’Ama se raccogliessero i rifiuti e pulissero la città , sono pagati per questo. Però siccome da anni non raccolgono e non puliscono in maniera decente e civile, allora vuol dire che sono pronti allo sciopero a difesa della monnezza per strada, a difesa della loro inefficienza e spreco e disservizio.
Unica consolazione: il giorno dello sciopero, il giorno in cui non ritireranno i rifiuti dai cassonetti non sarà poi diverso da un qualunque altro giorno quanto a igiene della città . Infine un dubbio: lo sciopero lo pagheranno in busta paga o esiste nelle pieghe del contratto di servizio con il Campidoglio lo sciopero gratis per chi lo fa?