ROMA – È lombardo Silvio Berlusconi, nato a Milano 76 anni fa. Della stessa regione è Mario Monti, nato a Varese 70 anni fa e vissuto a Milano.
Mentre la provenienza toscana accomuna il presidente del Consiglio incaricato Enrico Letta, pisano di 47 anni, con Matteo Renzi, fiorentino di 38 anni e il lucchese d’adozione Giuliano Amato, nato 75 anni fa a Torino da famiglia siciliana, ma subito trasferitasi a Lucca.
Erano lombardi gli ultimi due premier, sono toscani l’attuale incaricato da Napolitano, il papabile futuro segretario del Pd e uno degli uomini che erano più accreditati come possibili premier (e che magari sarà ministro).
Insomma si è passati dalla Lombardia alla Toscana saltando, politicamente e geograficamente, una regione: l’Emilia del piacentino Pier Luigi Bersani e del reggiano Romano Prodi, che potevano essere rispettivamente premier e presidente della Repubblica. Momenti difficili per il punto di riferimento del “tortello magico” e per la mortadella, che perde il suo ruolo di metafora politica.