Braccianti, ovviamente non italiani, drogati come e più dei cavalli destinati a crollare e presto morire dopo la corsa. L’importante è che corrano, poi muoiano pure. Braccianti ovviamente non italiani (indiani nel caso specifico) drogati da datori di lavoro (meglio dire padroni) italiani.
Con tanto di medico italiano che facilitava l’acquisto degli psicofarmaci. Braccianti, meglio dire schiavi, drogati perché lavorino fino allo sfinimento nelle campagne italiane (in questo caso la piana pontina). Una cosa così da anni, da anni si sa e si accetta e nessuno fa una piega e appare normalità che ci siano schiavi a neanche 100 chilometri da Roma. Ora diventa notorio anche il fatto che i loro padroni drogano quelle che ritengono bestie da soma perché producano più soldi per chi li tiene in cattività. Ogni giorno, quotidianamente la schiavitù più feroce e in diretta.
Ragazze, ragazze a Milano che da anni, almeno dieci, possono subire l’incredibile sorte di essere attirate, intrappolate, drogate e sequestrate per settimane. Perché un maschio coi soldi (forse non solo uno) ne possa fare quel che vuole e possa disporre dei loro corpi come fossero corpi di schiave. Anzi no, la schiavitù greco-romana non comportava e praticava simile ferocia. Poter essere sequestrate e tenute sotto dominio altrui per settimane. A Milano.
Non una ragazza e una notte. Ma più ragazze, più volte e più volte ancora. I trofei umani conservati in foto. Per sequestrare da anni più e più volte ragazze e tenerle prigioniere e schiave per giorni e settimane non basta un uomo, uno da solo non ce la fa. Ci vuole logistica, ci vuole chi aiuta. Forse chi partecipa, di certo chi sa, dà una mano e, se non dà una mano, tiene la bocca chiusa. A Milano c’è chi rende possibile che ragazze vengano sequestrate e messe in schiavitù sessuale. Da anni, serialmente.
Milano, Roma e chissà dove altro ancora ogni giorno, dacci il nostro male quotidiano.