ROMA – E’ impressionante vedere come uno degli uomini più importanti dell’economia mondiale (una recente classifica lo ha indicato come il sesto uomo più potente del mondo), Mario Draghi, il presidente della Bce, la Banca centrale europea, stia sfidando il buonsenso nel tentativo di sopire le discussioni sulla guerra valutaria in atto.
E’ impressionante che che egli affermi che gli āattuali livelli di cambio siano il risultato solo di politiche macroeconomiche interne volte a potenziare le economieā stando bene attento a non menzionare il Giappone. E che āmeno si parla dei tassi di cambio meglio ĆØā.
E’ impressionante come si sia dimenticato che pochissimi giorni fa il G20 (l’organizzazione dei venti paesi economicamente più importanti del globo) abbia concluso i suoi lavori censurando āchi agisce manovrando la leva del cambio per ottenere vantaggi competitivi nel commercio mondialeā.
E’ impressionante che non tenga neppure conto dei numeri, un economista! Infatti, lo yen si ĆØ giĆ svalutato, quest’anno, passando da un valore di 114,48 all’inizio del 2013 (euro contro yen) a un valore di 125,24 di ieri mentre, per raffronto, a luglio del 2012 era a 94,31. Insomma, una svalutazione non piccola. E che sembra essere appena all’inizio, tant’ĆØ che ieri il premier giapponese, Shinzo Abe, ha minacciato apertamente la Banca centrale giapponese di cambiargli lo statuto se non si allineerĆ ai voleri del governo.
E’ impressionante, in conclusione, che non abbia intenzione di proteggere l’Europa dal Giappone nel corso di una guerra valutaria iniziata lontano ma destinata a penalizzare fortemente le nostre esportazioni. CioĆØ noi.