Al primo posto c’รจ naturalmente l’Europa con l’Italia. “Cars 2020” รจ il progetto della Commissione europea per dar vita, in un momento di sempre piรน scarse vendite, a un’azione forte, competitiva e sostenibile del settore automobilistico europeo. “Con 12 milioni di posti di lavoro legati al settore”, esordisce lo studio, “l’industria automobilistica รจ vitale per la prosperitร dell’Europa e la creazione di posti di lavoro…Per sostenerla la Commissione europea ha presentato oggi il piano d’azione “Cars 2020” volto a rafforzare la competitivitร di questa industria e la direzione sostenibile verso il 2020. La Commissione propone una spinta massiccia, innovativa, semplificando la ricerca e l’innovazione nel quadro dell’iniziativa europea “Veicolo verde”. La cooperazione con la Banca europea per gli investimenti, la Bei, sarร rafforzata per finanziare una spinta di innovazione e facilitare l’accesso delle Pmi, le Piccole e medie industrie, al credito. Un’interfaccia standard Ue fornirร la certezza normativa necessaria per facilitare una svolta per la produzione su larga scala di auto elettriche”
“La globalizzazione e le nuove tecnologie offrono opportunitร in un settore sempre piรน competitivo. Ci sarร probabilmente un forte aumento del numero di auto vendute nei paesi emergenti nel prossimo decennio, offrendo opportunitร per l’industria automobilistica europea per migliorare la sostenibilitร e affrontare la crescente concorrenza globale. Il piano d’azione comprende proposte concrete di iniziative politiche al fine di:
1. Promuovere gli investimenti in tecnologie avanzate e di innovazione per i veicoli ecologici…
2. Migliorare le condizioni di mercato…
3. Sostenere l’industria per l’accesso al mercato globale…
4. Promuovere gli investimenti in competenze e formazione per accompagnare i cambiamenti strutturali e anticipare le esigenze di occupazione e competenze, ad esempio incoraggiando l’utilizzo del Fondo sociale europeo (Fse) per questo scopo”.
Il piano, qui riportato in estrema sintesi, รจ stato definito “una buona notizia”, da Marchionne, “perchรฉ dimostra realismo e una visione complessiva dei problemi. Se adesso l’industria automobilistica rappresenta il 16 per cento del prodotto interno lordo europeo, nel 2020 dovrร essere il 20 per cento”.
Un piano indispensabile perchรฉ, dice Marchionne nel dicembre del 2012: “L’Europa sta attraversando uno dei periodi piรน neri dal dopoguerra. Il crollo registrato dal mercato dell’auto รจ persino piรน pesante di quello dell’economia reale e ha raggiunto i minimi storici. Quest’anno (il 2012, Ndr ) la domanda di auto in Europa arriverร a circa 3 milioni di auto in meno rispetto al 2007”.
E l’Italia? Lasciamo ancora la parola al protagonista di questa storia decennale: “L’Italia รจ il paese che ha sofferto di piรน il calo verticale del mercato”, afferma Marchionne, “perchรฉ รจ passato dai 2,5 milioni di auto nel 2007 agli 1,4 del 2012. Siamo tornati a livelli che non si vedevano dagli anni Settanta”. Inutile compatirsi: questo ci porterebbe all’auto-distruzione. Per il capo del gruppo Fiat la via รจ una sola, dato il punto di forza da cui opera con la controllata Chrysler : “Abbiamo programmato di portare in produzione negli impianti italiani 17 nuovi modelli e 7 aggiornamenti di prodotto. Quando? Da oggi al 2016”. Modelli che verranno, ovviamente, venduti in tutto il mondo.
รย la risposta, con i fatti, di Marchionne ai politici che lo hanno aggredito quando ha deciso di chiedere la Cassa integrazione per due anni per lo stabilimento di Melfi, operazione necessaria per ristrutturarlo e metterlo in grado di produrre nuovi modelli. Giร nel 2013 inizierร la costruzione di tre nuovi modelli in Italia. La Maserati Quattroporte e la Maserati Ghibli, nello stabilimento di Grugliasco; e l’Alfa Romeo 4C, nell’impianto di Modena”. A Melfi, inoltre, a partire dal 2014, verranno prodotti due nuovi modelli: un utility vehicle della Jeep e la nuova 500X. Questo รจ solo l’inizio di un’azione che coinvolgerร anche Cassino e Mirafiori. “L’esecuzione del piano”, spiega il manager italo-canadese , “ci permetterร nel giro di tre-quattro anni: di assicurare il pieno impiego; di risolvere il nostro problema della sovracapacitร produttiva in un mercato generalista; di raggiungere finalmente il pareggio di bilancio anche in Europa, continente che finora ha vissuto sulle spalle del benessere creato altrove”.
