Renzi nemico dei pensionati: comunista o analfabeta?

Enrico Letta: io ai pensionati gli faccio…

Riforma pensioni: Matteo Renzi, nuovo segretario del Pd, si è detto pronto al ricalcolo e a modifiche. Ma per i più deboli. Il giorno dopo l’elezione a segretario nazionale del Partito Democratico, il sindaco di Firenze apre alla possibilità di tagliare le pensioni più alte. Propongo due articoli e una dichiarazione. Gli articoli sono quelli di – Marco Volpati: “Morte ai pensionati!”.Marcello Tansini – www.webmasterpoint.org. la dichiarazione è quella del deputato,  Giuseppe Galati, di Forza Italia, componente della Commissione Bilancio della Camera, riportata dalla agenzia Asca. Marco Volpati su  Affari Italiani: “Morte ai pensionati!”

Sono in pensione, e vado in bestia quando mi additano come affamatore delle giovani generazioni. D’oro sono i vitalizi dei parlamentari, conquistati passando pochi anni sui banchi di Montecitorio o Palazzo Madama; o le pensioni ottenute a colpi di abbuoni e regali di Stato. La mia, che pure è buona, me la sono guadagnata con anni e anni di contributi; conti alla mano, se avessi potuto disporre a modo mio di quei versamenti, avrei una rendita anche superiore. Governo e Parlamento pretendono di ridurre l’assegno mensile a milioni di pensionati, in due modi. Non rivalutando quelle medio-basse (e quindi abbassandole di anno in anno per effetto dell’inflazione); e reinventando il “contributo di solidarietà” per le medio-alte. Ma non è qui il punto: ho figli e nipoti, e sono preoccupato io per primo del futuro dei giovani. Se avessi una minima garanzia che le mie rinunce andranno a loro favore sarei d’accordissimo. Ma come faccio a credere che quel che toglieranno a me non serva, in gran parte, a pagare gli stipendi spropositati dei parlamentari (molto più alti di quelli che vigono in paesi più ricchi dell’Italia)? I politici di destra e sinistra vanno a braccetto su questo punto; vedi Matteo Renzi, e sul fronte opposto Giorgia Meloni. Che garanzie mi danno di non usare i miei sacrifici per le note spese di cene e biancheria dei consiglieri regionali? O gli stipendi di migliaia di raccomandati incompetenti che siedono nei consigli di aziende comunali e regionali? Mi diano quello che mi spetta. Ci penserò io – ci penseremo noi – a fare in modo che i soldi arrivino nelle mani giuste. Smettano di esibire promesse generiche sul “reddito minimo sperimentale” e di invocare gli asili nido alla tedesca: possiamo crearli con il contributo volontario dei pensionati. Il welfare privato funziona: quello pubblica spreca, ruba, o tutti e due.

Marcello Tansini – Webmasterpoint: “Riforma pensioni Letta: novità con Renzi nuovo segretario del Pd pronto al ricalcolo e a modifiche. Ma per i più deboli”

Cosa succederà alle pensioni in seguito all’elezione di Matteo Renzi alla guida del Partito Democratico? Sì, perché il PD è il partito di maggioranza che sostiene il governo Letta e una presa di posizione non può essere politicamente trascurata. Un primo segnale è arrivato dalla registrazione dell’ultima puntata di Porta a Porta. “A chi voglio tagliare le pensioni? A lei che ha il vitalizio da senatore”, ha detto il sindaco di Firenze rispondendo a una domanda di Antonio Polito. Poi ha parlato di contributi di solidarietà per i manager che guadagna 90.000 euro di pensione al mese. Aperture all’ipotesi avanzata dall’economista Tito Boeri di istituire il reddito minimo garantito, dai 400-500 euro al mese, per i cittadini italiani fra i 55 e i 64 anni, da finanziare con il taglio delle pensioni elevate, quelle con tassi di rendimento molto elevati. Un’altra strada da percorrere per trovare la copertura finanziaria sarebbe quella del riequilibrio dei fondi strutturali, rispetto ai quali potrebbe essere aperto un negoziato a livello europeo. Altra possibilità è una riforma strutturale del sistema previdenziale con una pensione minima per tutti e con un innalzamento del valore dell’assegno di quelle attuali. In parallelo non possono essere trascurati pensieri di Yoram Gutgeld. Si tratta del 54enne parlamentare del Partito Democratico, consigliere economico di Renzi. A suo dire occorre tagliare le pensioni da 3.500 in su e reinvestire i risparmi nella costruzione e nella gestione di asili nido: “Passare da un modello di servizio basato su trasferimenti monetari a un modello basato su un servizio di assistenza vera, assegnato sulla base di un bisogno reale accertato da un assistente sociale”. Non è un caso che in un ipotetico e futuro governo Renzi, si parla di lui come possibili ministro dell’Economia.

 Giuseppe Galati, componente della Commissione Bilancio della Camera (dalla agenzia Asca)

 ”Faremo battaglia alla Camera, nelle Commissioni, contro le norme inique, punitive e incostituzionali inserite in extremis e in fretta, di notte, dal governo al maxiemendamento alla legge di stabilità in Senato e riguardanti le pensioni che la sinistra definisce dei ”ricchi’. Mi riferisco al contributo di solidarietà, peraltro già bocciato mesi fa dalla Corte costituzionale, per le pensioni a partire dai 90 mila euro lordi, e al taglio ancor più pesante introdotto nella stessa notte in Senato. In pratica, oltre al contributo del 6 per cento per le pensioni da 90 mila euro lordi, da 120 mila euro lordi scatta l’aliquota aggiuntiva del 12 per cento, che si moltiplica più sale la pensione, e che insieme agli altri tributi si traduce in una imposizione fiscale totale del 58-59 per cento, del 64-65 per cento per 180 mila euro lordi e così via. Una vera e propria follia per racimolare circa 25 milioni di euro, che non si capisce se sia figlia di una cieca cultura di sinistra o di semplice analfabetismo in materia. La Commissione Affari costituzionali della Camera certamente darà parere sfavorevole a tali misure che, nel caso, in riferimento al solo contributo di solidarietà, avrebbero dovuto riguardare tutti i percettori di reddito elevato, intendendo per elevato certamente non un lordo di 90 mila euro l’anno.

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Marco Benedetto