Il trionfo di Nichi Vendola alle primarie in Puglia segna la sconfitta più bruciante dal 2000, quando si dimise da presidente del Consiglio, di Massimo DāAlema. Un leader, questi, ostinato e arrogante che, costruttore di fallimenti politici meticolosamente pianificati, ritiene di saperne sempre più degli altri e non si piega nĆ© alla ragione, nĆ© allāevidenza.
Era ragionevole che Vendola tornasse ad essere il candidato di tutta la sinistra anche per come si era comportato di fronte allo scandalo che aveva travolto la Regione sulla disinvolta gestione della sanitĆ . Era evidente che il āgovernatoreā godeva di un largo seguito popolare, ben oltre i confini della sua parte politica.
Ma per un disegno che sarebbe dovuto diventare una strategia da esportare fuori dalla Puglia, DāAlema non ha sentito ragioni e si ĆØ intestardito fino ad imporre la sua volontĆ , come un colonialista che non si avvede che il suo tempo ĆØ inesorabilmente trascorso.
Vendola ha vinto contro il povero Boccia, agnello sacrificale per la seconda volta di una prepotenza politica stupida e cieca, e, con ogni probabilitĆ si avvia ad infliggere una sonora batosta anche al centrodestra, con o senza lāUdc, poichĆ© anche in questo schieramento spesso si finisce per scartare chi potrebbe avere possibilitĆ di vittoria in favore di uomini dāapparato, certamente capaci, ma con poco appeal elettorale.
Lāavversario di Vendola dovrebbe essere Rocco Palese, consigliere regionale uscente, dotato di buona fama, ma politicamente debole dal momento che il partitone del Cavaliere lāavrebbe scelto soltanto per disperazione, dopo aver bruciato una considerevole rosa di nomi, a cominciare dal magistrato Stefano Dambruoso il quale, se fosse stato messo in pista sei mesi fa, il tempo necessario per farsi conoscere, avrebbe potuto conquistare la āsuaā regione.
Non è andata così per i veti e gli intrighi degli oligarchi locali i quali, a conti fatti, sembrano votati alla disfatta consapevole. Ricordiamo ancora il centrodestra esultare quando cinque anni fa Vendola vinse le primarie ritenendo che il candidato espressione di Rifondazione comunista non avrebbe mai fatto breccia nel cuore dei pugliesi.
Li vediamo oggi osteggiare la sola candidatura competitiva, quella di Adriana Poli Bortone, per impicci locali che poco hanno a che fare con la politica. Trascurando che se dovesse scendere in campo lāex-sindaco di Lecce anche lāUdc sarebbe con lei. In Puglia Casini, piaccia o meno, ĆØ determinante e se dovesse correre da solo farebbe male al centrosinistra, ma ancora di più al centrodestra.
I giochi, comunque, non sono del tutto conclusi. Se Berlusconi non vuole perdere in partenza deve cambiare cavallo. Glielo suggeriscono i pochi saggi che ha intorno. Certo, se prevarranno le idiosincrasie, la partita giĆ difficile può considerarsi finita. Sullāonda del successo insperato, Vendola ha tappato la bocca al Pd; potrebbe chiuderla anche al Pdl soltanto per colpa della classe dirigente di questo partito che sembra ripercorrere antiche strade piuttosto che aprirsi al nuovo.
Comunque vada a finire, la parabola politica di DāAlema ĆØ in rapida discesa. Il suo antico giovane contestatore quando era segretario nazionale della Federazione giovanile comunista lāha messo con le spalle al muro. Lāex-premier voleva costruire una squadra competitiva, messa insieme come al solito nelle stanze chiuse dei burocrati, si ĆØ accorto che la politica nasce e si sviluppa tra la gente, per le strade, dove affiorano bisogni e illusioni, dove le richieste si fanno sentire.
DāAlema non ĆØ Togliatti e neppure la sua caricatura. Il āMiglioreā decideva da solo, ma non prima di aver ascoltato i dirigenti del suo partito ed essersi fatto unāidea. DāAlema sembra sentirsi sciolto da qualsiasi vincolo perciò non ne ha mai vinta una delle battaglie che ha fatto. Oggi ĆØ arrivato al capolinea. Crediamo che nessuno sia più disposto a mettergli in mano una cambiale in bianco.
Neppure Bersani che tutto gli deve. Anche il segretario del Pd riconoscerĆ , finalmente, che il dalemismo ĆØ da archiviare. Cosa resterĆ al āpartito nuovoā?