” Chiederò i danni allo stato…farò un decreto sulle intercettazioni..farò, farò,farò..”
Un tempo era l’uomo del fare ora è diventato l’uomo del farò, quanto più passa il tempo tanto più il presidente del Consiglio si aggrappa ad un futuro che assomiglia sempre più al passato e non solo dal punto di vista verbale.
La crociata parolaia di queste ore, sperando che resti solo tale, conferma l’impressione di un uomo sempre più solo, sempre più disperato, inchiodato ad un passato non cancellabile, impossibilitato a dare le dimissioni e a passare le mani ad un suo delfino, mossa che stenderebbe tutti e costringerebbero i Fini e i Casini a rientrare nella grande alleanza.
Di fronte alla valanga di fatti, e non di fango , che sta emergendo dalle inchieste, al presidente viene in mente solo e soltanto di rilanciare la legge bavaglio, di cancellare i fatti negandoli, oscurandoli, impedendo la pubblicazione.
Non vuole cancellare gli usi e gli abusi delle intercettazioni, ma gli usi e gli abusi che emergono dalle intercettazioni, e non solo da quelle milanesi, ma anche e soprattutto da quelle siciliane, queste sono le verità che gli italiani non debbono e soprattutto non dovranno mai conoscere.
Per queste ragioni sta facendo il pazzo e propone alla Lega, un tempo custode della leglità, di firmare uno scambio tra una spruzzata di federalismo in cambio di qualche articolo della costituzione e di una sostanziale riduzione del ruolo e della autonomia dei poteri di controllo. Alla faccia di Roma ladrona!
ROMA – Dal momento che il presidente Napolitano non potrà mai dare via libera ad un simile decreto, si tratta di una provocazione per saggiare la capacità di resistenza del Quirinale per preparare il terreno allo scontro finale, al regolamento dei conti con i supremi garanti delle norme.
Dal momento, tuttavia, che il presidente del Consiglio in preda alla ben nota incontinenza verbale, ha voluto annunciare la sua intenzione di chiedere i danni allo stato, sarà bene prenderlo in parola e ciascun cittadino potrebbe fare altrettanto e citarlo per i danni già ricevuti, chiedendo allo stato di provvedere.
Per esempio quanto ci è costato il giochetto della nipotina del presidente egiziano? Quanto conta in termini di credibilità internazionale? Quanto è costato al contribuente virtuoso il condono fiscale alle aziende di famiglia? Quanto giorni di lavoro del Parlamento sono stati dedicati alle leggi “ad personam” e quanto è stato pagato alla comunità? Quanto sborseranno gli italiani per l’ ennesimo errore/orrore ommesso dalla Gelmini nei provvedimenti i sulla scuola e affondato dalla Corte Costituzionale? Potremmo proseguire in un lungo, anzi lunghissimo elenco.
Milioni di cittadini potrebbero esprimere la protesta chiedendo anche loro i danni allo stato, anzi chiedendoli direttamente a chi, dopo aver organizzato tante feste in villa, ora vorrebbe fare la festa agli italiani….