“Se ne vada, cosa vuole, si presenti ai probiviri, si vergogni..”, mai si era udito tanto sincero sdegno dalle parti della cosiddetta casa delle libertà .
Per la verità sulle prime ci eravamo commossi convinti che il vecchio Silvio avesse deciso di cantarle ai federali e di distribuire qualche sonoro ceffone sulla faccia dei vari Dell’Utri, Cosentino, Cappellacci, Verdini, Brancher, per non parlare del povero Scaiola già messo in castigo dietro la lavagna. Già li vedevamo tutti tremanti davanti ai probiviri, parola terribile che configura la esistenza di uomini specchaiti incaricati di ristabilire la virtù repubblicana, come si sarebbe detto nella antica Roma.
Invece no! Come sempre ci eravamo sbagliati, sul banco degli imputati e magari davanti ai probiviri, dovrebbe finire Fabio Granata, il deputato vicino al presidente Fini accusato di aver detto cose orribili sugli amici di partito e di aver insinuato il sospetto che alcuni non siano alla altezza dei dodici apostoli.
La frase più terribile è stata questa: “Non si può stare con Falcone e Borsellino e con il mafioso Mangano, bisogna scegliere..”, qualcuno aveva però già scelto e aveva individuato nel mafioso Mangano un eroe civile perché, interrogato, si era riifiutato di rispondere alle domande sull’amico Silvio e sull’amico Marcello
Qualche settimana fa, scrivendo proprio su Blitzquotidiano, avevamo segnalato che questo sarebbe diventato il vero punto della discordia non componibile tra Fini e Berlusconi.
Non si tratta di poca cosa, ma del giudizio sul passato, dei rapporti tra mafia e politica, della scala dei valori propri di una destra europea, delle modalità con le quali affrontare la dirompente questione morale che sta per esplodere in forme sempre più acute e che,inevitabilmente, separerà i destini umani e politici di Berlusconi e Fini.
Su questo terreno non ci sarà mediazione possibile, la frase su Falcone, Borsellino e Mangano racchiude le ragioni di una rottura già consumata, dove ciascuno dei duellanti attende solo il momento migliore per tirare il colpo finale.
Quelli che vorrebbero trascinare Fabio Granata, un deputato di destra coraggioso e preparato, in realtà puntano alla espulsione di Fini, vorrebbero e vogliono la sua testa, non possono tollerare che nel cuore della maggioranza e della destra possano esistere persone che non riconoscano il diritto alla immunità e alla impunità per Cesare e per la sua corte.
Non sappiamo se Fabio Granata sarà trascinato davanti ai saggi probiviri di Berlusconi, e non sappiamo neppure se sarà accolta la sua “giusta” proposta di poter comparire in compagnia di Verdini e di Cosentino che, a differenza di Granata, sembrano avere qualche problema con la giustizia, ma semmai dovesse accadere ci permetteremo di chiedere la diretta tv, uno spettacolo così non vorremmo davvero perderlo.
A Fabio Granata un solo consiglio: se dovessero trascinarlo in ceppi e catene davanti al Sinedrio chieda, oltre alla presenza di Verdini e di Cosentino, anche quelle di Dell’Utri, Brancher e Previti, se la memoria non ci inganna per loro non fu mai chiesto il deferimento ai probiviri…evidentemente, per il sovrano e la sua corte, questi amici non avevano commesso nulla di grave, anzi..