ROMA – No, il dibattito sul burkini No! Il governo francese ha deciso di vietare il costume integrale, che per altro non copre il volto, indossato da alcune donne di religione islamica. A seconda dei casi la misura viene giustificata impugnando le ragioni della sicurezza o quelle dei “Nostri valori” in pericolo.
In realtà si tratta di propaganda, della disperata necessità di fare e dire qualcosa, dopo i clamorosi fallimenti inanellati , in materia di sicurezza e dintorni, dal duo Hollande e Valls. Se il tema fosse stato davvero quello dei presunti valori non negoziabili perché mai non vietare la vendita delle armi ai regimi che negano diritti e libertà alle donne e non solo?
Si può vietare il burkini e fornire le bombe alla sceicco di turno? Perché ricevere all’Eliseo chi non solo impone il velo integrale, ma condanna a morte chi osa rivendicare il diritto all’autodeterminazione?
I cosiddetti valori non negoziabili non possono riguardare il solo costume integrale e poi fermarsi davanti gli interessi dei signori dell’integralismo. La scelta del governo francese avrà forse il solo effetto di aumentare le vendite del burkini e magari di convincere qualche donna islamica ad indossarlo in segno di protesta e di solidarietà con chi sarà colpita dal divieto.
La lotta contro ogni forma di “Velo obbligatorio” e di diritti negati è giusta e sacrosanta e va intrapresa sempre, comunque e dovunque, anche a casa nostra, ma la guerra del burkini, nel merito e nel metodo, non lascerà traccia, neppure sulla sabbia delle spiagge francesi.