96 giornalisti denunciati tutti assieme sono davvero un record, per trovare qualcosa di simile bisogna spulciare le cronache che arrivano dalla Turchia o dall’Egitto.
La maxi querela temeraria è stata presentata da alcuni avvocati nei confronti degli autori di 278 articoli relativi a mafia capitale, naturalmente la denuncia riguarda anche i direttori che non avrebbero vigilato sui loro dipendenti.
Nell’esposto i cronisti vengono accusati di aver violato il segreto e di aver pubblicato brani di intercettazioni.
Per altro lo stesso sindaco aveva annunciato una manciata di denunce.
Sembra di risentire le stesse parole degli avvocati parlamentari impegnati nella difesa degli imputati eccelenti e che, da tempo, chiedono divieti, sanzioni e misure disciplinari ed una sostanziale riduzione del diritto di cronaca.
La corruzione non sparirà, ma almeno nessuno ne sarà informato!
I giornalisti denunciati hanno fatto solo il loro dovere.
Quegli atti erano già in possesso delle parti e, mai come in questo caso, rispondono a quei requisiti di interesse pubblico che giustificano l’immediata pubblicazione.
Gli stessi criteri hanno ispirato le sentenze della Corte europea di Giustizia e della Corte di Cassazione che hanno ritenuto, sempre e comunque, prevalente il diritto dei cittadini ad essere informati, rispetto a qualsiasi altro valore.
L’iniziativa dei legali romani non porterà alcun risultato, se non quello di una perdita di tempo per giudici, altri avvocati e costi ingenti per editori e cronisti, tuttavia non va sottovalutata perché corrisponde allo spirito dei tempi, al fastidio per i controlli e alla speranza che il governo e la politica diano uno stop a magistrati e giornalisti.
Di fronte a queste provocazioni non basta la legittima indignazione, servirebbe invece una azione continua, testarda, persino clamorosa, per bloccare la delega concessa al Governo in materia di intercettazioni e diritto di cronaca.
Naturalmente resta la domanda di sempre: se e quando anche i 96 cronisti vedranno archiviata la maxi denuncia a loro carico, chi pagherà i danni, dal momento che nella legge sulla diffamazione, attualmente al Senato per la Terza ed ultima lettura, non è prevista alcuna misura realmente in grado di colpire nelle tasche e scoraggiare così il querelante temerario dall’essere anche un maniaco ossessivo e ripetitivo?
Archiviata la prima, ne seguiranno altre; denuncia dopo denuncia,qualche cronista comincerà a capire che conviene occuparsi di altro e non mettere troppo il naso nelle tante “Terre di mezzo” che deturpano il passaggio urbano e non solo a Roma.