
L’opinione pubblica internazionale e nazionale ha il diritto di essere informata in modo ampio, tempestivo e completo,sulla drammatica crisi della Siria, per altro in atto da tempo e sin qui circondata da colpevole indifferenza e da altrettanta ipocrisia.
In poche ore si rischia di passare dal nulla alla guerra, senza il coinvolgimento dell’ Onu, senza neppure informare adeguatamente i cittadini, quasi fossero spettatori senza diritti.
Per questo, come Associazione Articolo 21, abbiamo aderito all’appello “Sveglia”, lanciato da Savino Pezzotta,da Flavio Lotti della Tavola della Pace, da Don Luigi Ciotti di Libera, dall’attrice Ottavia Piccolo, per citarne solo alcuni, e pubblicato dalla rivista San Francesco patrono d’Italia.
Si tratta di persone e associazioni assai diverse tra loro per sensibilità politica, civile, religiosa, ma unite dalla preoccupazione che, dopo aver assistito al massacro in atto in Siria, e non certo da oggi, si possa oggi passare alle azioni di guerra senza soluzione di continuità, senza una discussione negli organismi internazionali e neppure nei Parlamenti nazionali, quasi come se ormai la democrazia e la discussione pubblica fossero considerati un impiccio, un residuo del secolo scorso, una inutile perdita di tempo.
Eppure sono ancora nell’aria le parole di dura autocritica pronunciate da coloro che vollero ed appoggiarono senza riserve gli interventi armati in Afghanistan e in Iraq, secondo modalità che si sono rivelate fallimentari sul piano politico e militare, secondo le testimonianze di chi quegli interventi ha attuato e guidato.
Non si tratta di rinunciare ad ” Occuparsi della Siria” come vorrebbero coloro che non ritengono mai giusto battersi per la salvaguardia dei diritti umani o peggio coloro che ritengono Assad ” un compagno” in lotta contro l’imperialismo, ma certo tra il nulla e i venti di guerra, esistevano ed esistono altre strade, sin qui mai percorse e neppure esplorate, a cominciare dalla pressione attiva coordinata e congiunta della comunità internazionale e dal leale sostegno ad una parte della resistenza siriana.
In questo momento chi assiste allo sviluppo degli avvenimenti, ha tutto il diritto di non capire, perché la rappresentazione, politica e mediatica, sembra la simulazione di un videogioco, anche se gli effetti rischiano di essere assai più devastanti sul breve e, soprattutto, sul lungo periodo.
Per questo ci permettiamo di chiedere almeno ai media ed in particolare a quelli radiotelevisivi, di promuovere appuntamenti straordinari dedicati alla crisi siriana e alla situazione medio orientale, ospitando tutti i punti di vista e garantendo un reale confronto tra tutte le posizioni in campo, dentro e fuori i confini nazionali.
Forse momenti come questi meriterebbero davvero una modifica dei palinsesti ed una attenzione almeno pari a quella riservata alle sorti di un singolo uomo politico ed ai suoi, pur rilevantissimi, guai giudiziari.
