ROMA – Non provo gioia alcuna per le inchieste che stanno travolgendo anche la Lega. Questo non farà che rafforzare la convinzione di chi si è sempre nascosto dietro il nefasto motto: “Tutti ladri, nessun ladro”.
Saranno i giudici a decidere nel merito della questione, ma i padani che sventolavano il cappio non debbono meravigliarsi se ora vengono ripagati con la stessa moneta, e sono costretti a sentirsi urlare nelle verdi orecchie: “Lega ladrona!”.
A proposito di doppia morale padana, sarà il caso di ricordare cosa accadde quando Roberto Saviano “osò” parlare, durante la trasmissione “Vieni via con me”, della presenza delle mafie al Nord, anche nelle zone amministrate dalla Lega.
I guerrieri celti insorsero, i loro mazzieri alla Rai chiesero ed ottennero una puntata di riparazione, cosa mai accaduta nel passato. Alla Lega vennro regalate ore e ore di trasmissione a reti semiunificate per replicare alla manciata di minuti concessi a Saviano e a Fabio Fazio.
Subito dopo, nonostante il successo clamoroso della trasmissione, furono create le condizioni per costringere Saviano a lasciare la Rai, perché persona non gradita alla maggioranza forzista leghista che governava e governa il servizio pubblico. Al di là della sentenza finale, quello che è già emerso conferma la sostanza del monologo contestato.
Dalla Rai , non certo dalla Lega, ci attendiamo non solo delle pubbliche scuse a Saviano, ma anche la replica della puntata contestata, così ciascuno avrà modo di riascoltare le parole che fecero saltare i nervi alla ” Ronda Padana”.
Adesso abbiamo finalmente capito le inconfessabili ragioni del livore di allora!