Letta smentisce, Cantoni smentisce, la Clinton, preoccupata per le ire suscitate, definisce Berlusconi ” il miglior amico americano, e ripete per altro la stessa frase per altri tre o quattro” migliori amici e alleati degli Usa”, ma ormai la frittata è fatta e le loro smentite suscitano al massimo noia e ilarità .
Del resto posso testimoniare he le stesse parole sono ormai sulla bocca dei fedelissimi, anche se non hanno il coraggio di pronunciarle in pubblico. Lo faranno, al massimo, quando il presidente del consiglio in carica sarà diventato un ex, allora ne sentiremo delle belle, anzi in quel momento proporrò la istituzione di un “comitato per la difesa della memoria di Berlusconi”. Meglio lui di molti dei suoi cortigiani già pronti a saltar giù dalla barca.
Solo nelle ultime ore, in colloqui privati e senza testimoni, e solo per questo non citerò i protagonisti, ho raccolto queste perle: “Alla mia età posso fare anticamera per ore in compagnia di decine di escort travestite da giovani imprenditrici”, oppure “gli ho voluto bene, ma ormai è sbroccato, pensa solo ai fatti suoi, non è più in grado di governare”, ed ancora “mentre scoppiava l’inferno sui mercati internazionali e il caso irlandese, lui era preoccupato dal caso Carfagna”, “non riesce ad andare oltre il suo conflitto di interessi”, “dovrebbe farsi da parte e passare la mano a Gianni o a Giulio”. Vi abbiamo risparmiato volgarità che ci vergogniamo a riferire.
Questi toni, queste ironie, impensabili sino a qualche mese fa, testimoniano di un tracollo inarrestabile, di una disgregazione già in atto di una parabola che si è comunque fermata. Berlusconi non lo sa e mai lo ammetterà , ma questa volta sarà lui la vittima di quel conflitto di interesse che lo ha fatto volare e trionfare.