I magistrati, riuniti a Bari per il loro congresso, hanno accusato il Governo di pensare più alle intercettazioni che alla lotta alla mafia.
Alcuni parlamentari del Pd li hanno accusati di essere ingenerosi e Matteo Renzi ha mostrato fastidio per il solo accostamento tra il suo Governo e quelli di Silvio Berlusconi.
Il fatto che Renzi ritenga “offensivo” l’accostamento non può che fare piacere a chi ha contrastato quelle politiche e quella stagione, della quale, per altro, uno dei simboli e degli attori protagonisti fu proprio quel Denis Verdini che si autodefinisce “Traghettatore” da Silvio a Matteo, senza soluzione di continuità.
Per porre fine a sospetti ed ” ingenerosità” bisognerebbe cominciare a mettere alla porta questi nuovi Caronte che ancora navigano nella palude politica.
Mai come in questo caso il vecchio sta afferrando, e trascinando agli inferi, il nuovo o presunto tale.
Per limitarci ai temi relativi al sistema dell’informazione, ci piacerebbe sapere da Renzi se considera “ingenerosi” anche coloro che hanno creduto ad alcune delle sue affermazioni, ma sono rimasti delusi perché alle promesse non sono seguiti i fatti.
Che fine ha fatto quella legge sul conflitto di interessi più volte annunciata dal ministro Boschi?
Per quale ragione il Consiglio di amministrazione della Rai è stato rinnovato con quella legge Gasparri che Renzi aveva bollato con parole sprezzanti?
Che fine ha fatto la proposta di liberare la Rai dal controllo di Governo e partiti e di trasformarla in una sorella della BBC?
Perché il Governo si è fatto assegnare una delega in materia di intercettazioni e di diritto di cronaca e, invece, non ha ritenuto di mettere un argine alle “querele temerarie”, diventate la nuova arma impropria puntata contro quei cronisti che ancora provano ad illuminare gli intrecci fra politica, malaffare e mafie?
Queste sono le domande, da sempre senza risposta, ed è proprio questo che determina le diffidenze e non solo quelle dei magistrati, come ha sottolineato, al congresso dei giudici, lo stesso segretario della Federazione della Stampa Raffaele lo Russo.
Il presidente Renzi ed i suoi collaboratori sbagliano ad irritarsi.
Chi, come noi, ha contrastato Berlusconi per la mancata risoluzione del conflitto di interessi, per la legge Gasparri, per il controllo politico sulla Rai, per il tentativo di mettere il bavaglio ai cronisti, non può che mantenere lo stesso atteggiamento in presenza di provvedimenti assai simili, oppure in assenza dei provvedimenti annunciati, a cominciare proprio da quella sul conflitto di interessi.
Altrimenti lo stesso Renzi avrebbe ragione a liquidarci come “Antiberlusconiani di professione”, perché l’eventuale silenzio sarebbe la conferma che, a seconda del colore dei Governi in carica, si cambiano valutazioni ed atteggiamenti.
Da parte nostra, e questo è un impegno, non abbiamo intenzione alcuna di iscriverci alla già lunga schiera di quelli che ieri protestavano ed oggi fanno finta di non vedere e di non sentire…
Per altro, lo sappia Renzi, saranno i primi a tradire e a saltar giù dalla sua barca, quando il mare dovesse cominciare ad incresparsi…