ROMA – Le vicende di “Mafia capitale” e della allegra brigata multicolore che si scambiava affari e appalti, giustifica ancor di più la battaglia che Blitz, quasi da solo, sta conducendo contro i bavagli di qualsiasi natura e colore.
Tanto per cominciare questa inchiesta non avrebbe conseguito alcun risultato senza il ricorso alle intercettazioni e sarebbe rimasta silenziata, se alcuni cronisti non avessero deciso di raccontare alla pubblica opinione quello che si sussurrava, ma che non aveva ancora trovato pubblica conferma.
Se una delle tante “Strette” annunciate sull’uso delle intercettazioni e sulla possibilità di pubblicare le parti essenziali e rilevanti, fosse mai andata in porto, anche “Il Marcio su Roma” sarebbe restato sepolto sotto uno dei tanti palazzi capitolini.
Quando, nel marzo del 2013, Report, il programma condotto da Milena Gabanelli, trasmise l’inchiesta di Paolo Mondani dedicata a “Romanzo Capitale”, le istituzioni cittadine reagirono con sdegno ed annunciarono querele e richieste di risarcimenti milionari, perché quel programma aveva leso l’onorabilità personale del sindaco di allora, Gianni Alemanno, e sporcato l’immagine della città.
Contro la Gabanelli, Mondani e la Rai furono scagliate quelle che si chiamano le “Querele temerarie”, ormai usate come strumento di pressione per scoraggiare i cronisti dal mettere il naso nelle tante “Fogne e discariche” che popolano le nostre città.
I giudici si incaricheranno di indicare innocenti e colpevoli, ma non vi é dubbio che l’immagine della città non sia stata sporcata né dalla Gabanelli, nè da Paolo Mondani, nè da Lirio Abbate, il coraggioso cronista dell’Espresso che ha contribuito a scoperchiare il verminaio.
Chi pagherà per questo danno inflitto alla città? Chi risarcirà i cronisti e gli editori per i fastidi subiti?
La nuova legge sulla diffamazione nulla dice su questo punto e non prevede una penalità automatica a carico del molestatore che, così,potrà continuare ad agire indisturbato e ad ostacolare il libero esercizio del diritto di cronaca.
Se i responsabili istituzionali avessero perso meno tempo con le leggi bavaglio, dedicandosi invece alla lotta contro mafie e malaffare, ne avrebbero guadagnato tutti a partire dai cittadini che non meritano di essere ridotti a comparse della tragedia intitolata “Romanzo Capitale”.