Conselice è un comune della provincia di Ravenna, città medaglia d’oro al valor militare e civile, uno dei presidi della lotta di liberazione dal nazifascismo.
Una terra orgogliosa, gelosa della sua identità, sempre in lotta con il potere dominante, fosse quello dello Stato Pontificio, dell’agrario di turno, delle camicie nere.
Non a caso queste terre, segnate dalle lotte dei contadini e dal sangue delle prime donne uccise dal piombo della regia polizia, fu sempre una spina nel fianco del Duce, un romagnolo che ben conosceva la fierezza dei suoi vicini di casa.
Conselice, che ospita ancora oggi una delle piú moderne cooperative del settore agricolo, contava allora circa 7 mila abitanti.
Alla fine del conflitto registrò decine di morti, ma anche due medaglia d’oro e oltre 400 cittadine e cittadini ebbero la qualifica di partigiani combattenti.
L’intera comunità, nei modi più diversi, aveva partecipato alla lotta di liberazione, impugnando le armi piú singolari e tra queste la mitica “Pedalina”, la macchina usata per stampare giornali, fogli volanti e soprattutto volantini.
Conselice diventò uno dei centri di riferimento per il Nord Italia per la produzione e la diffusione dell’ informazione clamdestina.
Le pedaline venivano nascoste vicino agli argini dei fiumi, dentro le botti, nei fienili.
Ogni copia di un volantino, ci ha raccontato uno dei testimoni, costava 6 pedalate, ma per loro era davvero una corsa verso la riconquista della libertá e della dignità.
Per queste ragioni a Conselice, dal 2006 ( per volontà dell’allora sindaco Maurizio Filippucci, deceduto nel 2016), hanno realizzato un monumento dedicato alla pedalina e a quanti hanno perso la vita per conquistare la libertà di informazione; invece di trasformarlo in un museo, lo hanno trastormato in una sorta di parco della libertá, segnato dalle riproduzioni delle testate dei giorni della Liberazione.
A poche decine di metri dalla piazza hanno realizzato anche una mostra dedicata a questa storia, qui i ragazzi delle scuole imparano non solo la storia della lotta di liberazione, ma anche quella della loro comunità.
In questo modo la memoria del passato diventa chiave per costruire il futuro e non solo celebrazione del passato.
Non a caso, per unire passato e futuro, il comune di Conselice ha voluto premiere una giovane cronista, Sabrina Pignedoli del Resto del Carlino, che con le sue inchieste, ha illuminato le infiltrazioni mafiose in Emilia Romagna e le connessioni con alcune amministrazioni pubbliche.
Per le sue inchieste ha ricevuto pesanti minacce, querele intimidatorie ed ora é costretta a vivere fuori dalla sua terra.
Una scelta civile e tempestiva quella compiuta dal comune di Conselice, dalla sua sindaca Paola Pula, dal sindacato e dall’ Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna, perchè i nemici della libera stampa sono più che mai in azione e bisogna riconoscerli e contrastarli con la stessa determinazione e con la stessa passions civile che hanno segnato “quelli Della Pedalina”