
ROMA – Scena Uno. Dunque, ecco dotto’: a Regina Coeli 40 pasta e fagioli ma solo cinque cotolette perché quelli la cotoletta di maiale non la mangiano e se gli diciamo che è di pollo non si fidano, a Poggioreale sessanta pizza margherita e duecento supplì, a San Vittore settanta insalate, ovviamente di riso. Pane e coperto per tutti ovviamente e per mercoledì in tutto fa…Giovedì gnocchi in tutti i bracci (bracci, bracci non è errore dotto’) e il parmigiano lo diamo gratis o mettiamo nel conto anche quello? Acqua naturale, però se vogliono la minerale a quanto la mettiamo? Frutta, verdura…caffè, eccome se mettiamo nel conto il caffè. Il servizio no, quello è gratis, altrimenti ci dicono che abbiamo il braccino corto. E, dotto’, io però la prima colazione, il caffellatte, lo darei gratis così facciamo la figura dei signori e non ci facciamo parlare dietro. Comunque, somma questo e quello e quello e quello, in tutto fa…Glielo porta lei dottor Alfano il conto alle ambasciate?
E quindi ecco il dottor Alfano, ricevuti i conti della mensa delle prigioni italiane, dei pasti consumati nelle italiane prigioni dai detenuti stranieri, inviare apposito e qualificato personale alle ambasciate a riscuotere. Toc-toc, ambasciata della Siria? Scusate, saremmo qui per il conto Ma che sono questi rumori, neanche se steste sparando…lasciamo il conto nella cassetta o al portiere? Drin-drin, ambasciata dell’Egitto: ecco il conto. Adesso non potete? fate a non capire? va bene ve lo facciamo portare da un colonnello, magari un generale e così vi capite di più. Ambasciata della Somalia, dell’Eritrea, del Sudan, del Sud Sudan, ci sarebbe il conticino…Dite che non avete neanche uno Stato vero e proprio, ma perché vi sganasciate dalle risate mentre vi portiamo il conto di quel che hanno mangiato i vostri in galera? Ambasciata curda, no, questa non c’è. Ambasciata afgana? Io il conto glielo porto ma la macchina, dottor Alfano, là fuori non la parcheggio.
E’ la cronaca surreale e tragicomica della giornata dell’esattore della mensa carceraria per stranieri, quella che un funzionario di Stato vivrebbe se qualcuno al mondo prendesse sul serio il vice presidente del Consiglio e ministro degli Interni Angelino Alfano quando dice di far pagare ai detenuti stranieri il vitto che mangiano nelle prigioni italiane. Portare il conto alle rispettive ambasciate. Una domanda: e noi italiani rilasceremmo regolare fattura o diremmo alle ambasciate: mille senza fattura e Iv, 1210 con Iva? E l’alloggio? Anche quello Alfano lo vorrebbe far pagare agli Stati dei detenuti stranieri. Un forfait a cella? Prezzi diversi a seconda di quanti letti a cella? La bolletta della luce come si divide? L’acqua gratis? E il sapone, il sapone chi ce lo mette?
Infine a sera, una drammatica sera, il trafelato esattore funzionario che va dal ministro: Dotto’, ci hanno chiesto i soldi. Chi? Eccoli dall’Asia, al Sudamerica, perfino dagli Usa: tutti gli Stati  governi che danno da mangiare, vitto e alloggio ai tremila detenuti italiani all’estero. Noi ne abbiamo 23mila dei loro, ci rientriamo certo e c’è pure guadagno, ma dobbiamo alzare un po’ i prezzi…
Scena due: Dipartimento di Stato a Washington, tra le mani di una funzionaria addetta all’Europa del Sud una lettera firmata da sette parlamentari italiani, sette parlamentari del Pd. La funzionaria è una brava, sa persino cosa è il Pd. Legge e apprende che quei sette parlamentari chiedono al governo Usa di fare qualcosa contro Monopoly cattivo maestro quando si gioca con i dadini. Legge e apprende che i sette, nonostante siano adulti, giocano ancora in gruppo al Piccolo Occupy, magari il divano ma comunque Occupy. La funzionaria prende la lettera, la fa vedere in giro a colleghi pari grado, poi a superiori. Qualcuno si irrita, le dice di non sprecar tempo con questi scherzi e che la lettera che si è scritta da sola non fa ridere. Poi, quando la funzionaria dimostra che la lettera è autentica, viene davvero da sette parlamentari italiani, allora ridono tutti. E uno dice: portiamola a Obama, facciamolo ridere almeno un momento con tutti i guai che ha.
Come si spiegano il conto mensa detenuti stranieri di Angelino Alfano e la lettera No-Monopoly dei sette del Pd? Con la prevalenza nell’animo umano del cretino. Cretino elettorale, cretinate a fini elettorali? Possibile, probabile, speriamo per tutti gli otto in questione e per tanti altri che hanno preceduto e seguiranno. Possibile, probabile ma non certo e sicuro. Può darsi sia una disposizione naturale o acquisita in politica, non necessariamente intermittente come le elezioni.
