ROMA – Concretissime vite umane spezzate, nomi e cognomi che d’ora in poi vivranno immobili solo su una lapide e anche qualcosa di fortemente simbolico nella strage degli operai fatta per mano del terremoto. Strage di operai perché operai sono la gran parte dei morti del 20 maggio e poi del 29. Strage di operai perché sono morti al lavoro, sotto le macerie dei loro capannoni. Strage di operai che simbolicamente annuncia strage di lavoro. Devastante è il costo umano di questo terremoto in Emilia e nell’Italia del Nord, pesantissimo sarà il conto economico, non solo per chi ha subito le scosse, la paura, i danni, i lutti. Sarà un conto salatissimo per tutto il sistema economico italiano. Qualcosa che costringerà il governo Monti a  rifare i suoi conti, i conti del paese, i conti di tutti.
Non solo le centinaia di milioni, forse il miliardo o due dei soccorsi prima e della ricostruzione poi, ricostruzione là dove è possibile e non sempre lo sarà . Questo è il bilancio, il costo di ogni terremoto e ogni governo ha in “portafoglio” fondi per situazioni simili purtroppo non rare in Italia. Sono soldi che in qualche misura ci sono e in qualche modo saranno trovati. Ma c’è molto di più, qualcosa che non c’era tanti anni fa in Irpinia che pure di morti ne vide duemila e più e neanche qualche anno fa a L’Aquila dove pure fu azzerata un’intera città . Stavolta il terremoto ha sterminato capannoni industriali, aziende, imprese come mai era accaduto in Italia. Un paese, un solo paese può fungere da parabola di questo terremoto: Mirandola, 150 aziende, 800 milioni di fatturato annuo, cinquemila addetti. Tutti numeri oggi azzerati o quasi. E come a Mirandola, il terremoto ha avuto epicentro sociale ed economico dove aziende e lavoro hanno tra le maggiori densità nazionali.
E’ un bruttissimo colpo per un paese già in recessione: non solo ci vorranno soldi per assistere, aiutare, risarcire. Vuol dire che si smette di produrre ricchezza in uno dei luoghi d’Italia dove ancora ricchezza si produceva. Vuol dire che i conti del Pil, già brutti per il 2012, diventeranno peggiori. Significa che Mario Monti e Corrado Passera dovranno rifare i conti, i conti anche di quanto immettere nell’economia per la “ripresa”. Lo stavano facendo in queste ore, in settimana sono attesi i decreti-sviluppo. Non è escluso che andranno responsabilmente limati perché i conti del paese sono cambiati. Dovrebbero capirlo anche i partiti politici, quelli che sostengono il governo ma che dal governo ogni giorno si dissociano e quelli che fanno oppisizione, ogni tipo di opposizione, da Storace a Grillo passando per Maroni e Vendola. Dovrebbe capirlo anche la pubblica opinione: il costo, l’impatto di questo terremoto sull’economia sarà tosto, più tosto di altri eventi sismici. Ma saranno in moltissimi a far finta di non capirlo: terremoto due volte maledetto, ha fatto strage di operai, fa strage di lavoro.
