Però in Nord Africa c’è qualcosa che non convince. A parte la Libia, dove ancora non si capisce come evolverà e solo si può scommettere che gli entusiasmi libertari di oggi saranno seguiti da amare deludenti sorprese domani, negli altri paesi sembra quasi che la mezza rivoluzione, basata sulla occupazione della piazza che abbiamo visto in tv, quasi senza sangue, tutta emozioni e psicodramma, sia stata considerata da tutti come la migliore transizione possibile verso un nuovo regime che garantisse la classe dirigente locale e il nostro bisogno di stabilità più o meno laica.
Quando si leggono le cronache di queste rivolte o si guardano i filmati in tv, ci ci sorprende, come capita a me, a ragionare come se in quei paesi, vedi l’Egitto, vedi la Tunisia, esistessero solo il vecchio dittatore, circondato dai suoi miliziani, da una parte e dall’altra le migliaia di persone scese in piazza, ignorando i milioni rimasti a casa in attesa di vedere la faccia dei nuovi padroni e applaudirli, ignorando anche o forse milioni, certo centinaia di migliaia di una nuova classe dirigente che si è formata all’ombra dei rais e che aveva tutto l’interesse a una transizione diversa da quella programmata, secondo lo schema oligarchia si monarchia no, che si legge sul viso sorridente del nuovo primo ministro egiziano Ahmed Safiq mentre stringe la mano al collega inglese David Cameron. Invece che al Cairo potremmo essere a Roma, stesso sfondo, stesse facce delle scorte, solo che Safiq è un po’ più abbronzato di Silvio Berlusconi e porta una cravatta celeste sgargiante alla Fini, che Berlusconi, per il male che gli si può dire dietro, non indosserebbe mai.
Il fatto che Cameron si sia precipitato al Cairo, fuori da ogni protocollo e da ogni preparazione, può certo confermare la prontezza di riflessi dei vecchi burocrati del Foreign Office, ma lascia spazio a idee più articolate. Nessuno in Europa poteva permettersi il caos sulla sponda nord del Mediterraneo, nemmeno gli inglesi, che con l’Egitto hanno un rapporto secolare. Tenere Mubarak a lungo in quel posto avrebbe portato la situazione a un punto di non ritorno; fargli succedere un figlio sarebbe stato anche peggio.
