Trenta anni dopo Enrico Berlinguer, Pier Luigi Bersani grida di non tollerare “macchine del fango” al lavoro contro il Pd e annuncia “querele” e forse perfino una “class action” degli iscritti al Pd contro…Contro chi? Filippo Penati e Alberto Tedesco sono sotto indagine e accusa. Il primo è uomo a tutto titolo del Pd e in carico a lui c’è la storia della strada comprata. Il secondo dal Pd è uscito di fresco e con rabbia, ma il Pd, e anche Nichi Vendola lo vollero alla guida della sanità pugliese. Possono essere innocenti o colpevoli, lo diranno i magistrati. Non può dirlo Bersani e infatti questo Bersani non fa. Giustamente dice: “Il Pd non fa ostacolo alla magistratura”. Giustamente indica le dimissioni di fatto di Penati e il voto del Pd al Senato favorevole all’arresto di Tedesco chiesto dalla magistratura.
Poi però, quando parla di querele il grido di Bersani diventa querulo. Perchè la “questione” non è difendere l’onore di un partito ma difenderne la funzione, di un partito e della politica tutta. Trenta anni fa Enrico Berlinguer diceva, chissà se l’avrebbe mai fatto davvero, che i partiti non devono nominare dirigenti e direttori Rai, distribuire e controllare i soldi della Sanità , comprare strade, fare affari. Diceva che il problema non erano i ladri, non era così ingenuo Berlinguer, diceva che le mani dei partiti, anche se oneste, non devono poggiarsi su aziende, imprenditori, affari. Non perché a Berlinguer facessero schifo i soldi ma perché se fanno affari, anche se non rubano, partiti e politica diventano altra cosa, cosa permeabile ai ladri.
E perché, anche se non rubano, anche se sono onesti, partiti e politica “bancomat” corrompono e sfibrano la società civile e loro stessi. Cosa avvenuta e consolidata in trenta anni. La destra berlusconiana ritiene questa e non altra la missione della politica e infatti ha portato in Parlamento la “società degli affari”. Se si limita alla conta dei non onesti Bersani può anche agevolmente vincere il confronto con la destra di governo. Ma la questione, morale e manuale, è quella di togliere dalle mani della politica la gestione degli affari. Fino a che il Pd o qualcuno per lui non dirà questo, sarà solo una gara a chi ha più onesti e meno ladri in un sistema in cui la politica è anche, anzi soprattutto, un “affare”.
