ROMA – Come la classica montagna, anche Monti ha partorito un topolino? La battuta รจ fin troppo facile, dato il cognome dellโattuale capo del governo e le polemiche sul decreto legge partorito domenica pomeriggio tra le lacrime del ministro del Welfare, Elsa Fornero. Qualcun potrebbe definirle lacrime di coccodrillo, io evito di farlo se non altro perchรฉ siamo appena sfuggiti alle fauci del Caimanoโฆ.
Il premier Monti lo ha definito โdecreto salva Italiaโ, ma in molti non sono affatto dโaccordo. Anzi, sono dโaccordo nel sostenere che, tanto per cambiare, colpisce soprattutto i ceti medi e medio bassi. Per la leader della Cgil, Susanna Camusso, il decreto Monti โรจ socialmente insopportabileโ e addirittura โfa cassa sui poveriโ. Per il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, โgrava solo su lavoratori e pensionatiโ. E per quello della Uil, Luigi Angelettiโ, โse non ci saranno modifiche non ci sarร equitร โ, il che vuol dire che per ora lโequitร non cโรจ. Senza contare che lโaumento dellโIva del 2% a partire dal settembre 2012 se sarร davvero realizzato sarร una bastonata in testa alla ripresa dei consumi e quindi dellโeconomia. Per fortuna Monti ha specificato che lโaumento sarร attuato “solo nel caso in cui sia necessario”. Il sottosegretario Piero Giarda ha aggiunto che il gettito che ne scaturirร โ 4 miliardi di euro – andrร “a favore delle famiglie, delle famiglie giovani e delle donne”, ma finchรฉ non si vedrร come ciรฒ avverrร in concreto resteremo nel campo dei soliti slogan e delle belle parole “buoniste”. Basate come sempre sulla terna magica โfamigliaโ, โdonneโ e โgiovaniโ. Intanto perรฒ anche le famiglie, le donne e i giovani ogni volta che comprano qualcosa dovranno pagare il 23% di Iva! Dovranno cioรจ subire un altro โpiccoloโ salasso. Poi si vedrร , ma intanto il salasso da Iva.
Come che sia, ci sono due o tre considerazioni da fare. La prima รจ che in tema di diritti acquisiti e perciรฒ intoccabili, almeno quando di parla di quelli dei parlamentari, i comuni pensionati sono piuttosto deboli. Per loro lโadeguamento della pensione al caro vita NON รจ un diritto acquisito, visto che il decreto Monti intende bloccarlo. Chiunque รจ in grado di capire che se lโadeguamento resta bloccato a lungo o addirittura per sempre il risultato sarร che il potere dโacquisto delle pensioni, vale a dire il loro valore reale, verrร man mano ridimensionato. Fino rendere la pensione qualcosa che somiglia se non all’elemosina alla mancia, vale a dire a un diritto acquisito perso per strada o molto ma molto svilito.
La seconda considerazione รจ che se la si piantasse di fare regalie indebite alla Chiesa e al Vaticano, soprattutto in tema di Ici che ora si farร pagare agli italiani di nuovo anche sulla prima casa, lo Stato risparmierebbe la bella cifra di 3-4 mila miliardi di euro. Ci scandalizziamo per il costo della politica, che perรฒ non supera i mille miliardi, e taciamo su un costo addirittura triplo o quadruplo come quello dei privilegi della Chiesa e del Vaticano. Soldi che se impiegati keynesianamente in lavori pubblici farebbero keynesianamente da piccolo volano per la ripresa. Visto che le pecorelle del suo gregge vengono tosate impietosamente dal fisco, il buon pastore Chiesa e Vaticano potrebbero dare il buon esempio. O no?
E qui cโรจ da aggiungere una cosa. Non sono ancora in grado di dire se ha ragione Mario Pirani a scrivere che i ministri cattolici del governo Monti hanno innalzato โil vessillo dei guelfiโ, che contrariamente ai ghibellini tifavano per la supremazia papale, cioรจ della religione, contro quella dellโimperatore, cioรจ dello Stato. Perรฒ รจ evidente che se confermano i molto costosi e improduttivi privilegi alla Chiesa e al Vaticano NON si comportano da tecnici, ma da politici. Per giunta succubi delle proprie convinzioni religiose, legittime finchรฉ non vengono imposte al prossimo.
La terza considerazione da fare รจ che lโaumento delle accise, cioรจ delle tasse, sui carburanti e lโaumento dellโIva se andrร in porto faranno aumentare ancora, anzichรฉ diminuirlo, il numero di giorni โ in media 155 – durante i quali ogni anno lavoriamo gratis per lo Stato e non per noi. Ho giร scritto che prima che la scorsa estate il governo Berlusconi aumentasse lโIva dal 20 al 21%, l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre s’รจ presa la briga di fare alcuni calcoli. Sommando quello che paghiamo di tasse in busta paga, quello che paghiamo di tasse con la dichiarazione dei redditi, piรน l’Iva, il prezzo dei carburanti che รจ quasi tutto tassa, il prezzo delle sigarette che pure รจ in massima parte tassa, ecc, lโAssociazione ha calcolato che nel 2011 gli italiani in media hanno versano allo Stato TUTTO quello che hanno guadagnano da inizio anno fino al 4 giugno. Vale a dire, per ben 155 giorni filati.
Che lโItalia dal punto di vista fiscale sia malata, e malata grave, lo dimostra che dal 1980 in poi i giorni di lavoro totalmente regalati allo Stato sono aumentati di oltre un mese: per lโesattezza, nel 2011 sono stati 40 giorni in piรน! Se nel 1980 il fisco si รจ preso โsoloโ 115 giorni del nostro lavoro, nel 1985 erano giร 126, 150 nel 1995, 152 nel 2000. Nel 2005 pareva che il salasso cominciasse a diminuire, di giorni regalati allo Stato ne bastarono infatti 147, ma รจ stata una illusione. E negli ultimi 15 anni le tasse imposte dagli enti locali sono piรน che raddoppiate, siamo infatti al 138% in piรน.
In Danimarca e Svezia le tasse sono salatissime, in compenso perรฒ si va a scuola, Universitร compresa, quasi gratis, l’assistenza sanitaria costa niente, i servizi pubblici funzionano tutti a meraviglia, chi viene licenziato รจ aiutato dallo Stato a riqualificarsi e a trovare un nuovo lavoro. E non ci sono state le 19 manovre finanziarie che, prima di questa di Monti, nel giro di 12 anni ci hanno portato via in totale lโastronomica cifra di oltre mezzo triliardo di euro: 575,5 miliardi, per la precisione. E a cosa sono serviti, se siamo a punto e a capo, anzi peggio visto che siamo arrivati sull’orlo dellโabisso?
