
La leva militare è ancora obbligatoria? Sì, anche se è stata sospesa oltre 10 anni fa, non è stata abolita.
Tra bufale e commenti sui social network e disegno di legge annunciato dalla Lega, per un periodo di servizio civile alternativo alla leva militare obbligatoria, la confusione regna massima in Italia ed i siti che diffondono bufale raggiungono picchi di contatti elevatissimi.
L’idea, lanciata da Armando Siri della Lega, con la benedizione di Matteo Salvini, non sarebbe nemmeno così malvagia. Terrebbe occupati per sei mesi i giovani a fare qualcosa di più o meno utile. Visto che non trovano lavoro, avrebbero almeno qualcosa da fare. Ci sono precedenti illustri. Una iniziativa simile fu presa dal Presidente americano Franklin Delano Roosevelt per dare lavoro a 3 milioni di disoccupati durante la Grande Crisi del post ’29. Era parte de New Deal. Ma erano altri tempi, in America. C’è da dubitare che una idea del genere avrebbe successo in Italia. Quelli della Lega ne hanno sì parlato, ma di un vero e proprio disegno di legge presentato alla Camera o al Senato non sembra esserci traccia. Costerebbe troppo in termini elettorali. Eppure non sarebbe una cattiva idea, peccato che Gentiloni o la Pinotti non ci pensino seriamente.
Quel che è certo, invece, è che il primo di gennaio di ogni anno i Sindaci di tutti i Comuni italiani devono pubblicare nell’albo pretorio comunale un manifesto, con il quale rende noto l’obbligo di iscrizione nella lista di leva militare per i giovani che abbiano compiuto i 17 anni di età, laddove per – leva – si intende classe ovvero anno di nascita del complesso di giovani, nati in quell’anno, che viene chiamato alle armi.
L’ultimo anno chiamato al servizio militare obbligatorio è stato il 1985. Ora dovrebbe toccare alla classe 1986.
Occorre stare molto attenti, avverte Mauro Finguerra, su Punto Sanremo, perché l’iscrizione è automatica per tutti i giovani della classe chiamata alle armi , ma i giovani e i loro genitori e/o tutori, hanno l’obbligo di controllare se il nome del giovane è presente nella lista.
Se il nome non c’è, anche se per errore di genere o per mero errore materiale, per trasferimento all’estero, ecc. – coloro che non fossero iscritti pur avendone l’obbligo commetterebbero un reato, quello di renitenza alla leva, punita con un anno di reclusione.
Chiariamoci bene, come hanno fatto i giudici della Corte di Cassazione (sezione prima penale, sentenza n. 517/2016) confermando una condanna per renitenza. Il servizio di leva militare non è stato abolito, anche perché la soppressione di tale obbligo sarebbe in contrasto con l’art. 52, comma 2, della Costituzione secondo cui “Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge”.
Ricorda Wikipedia:
“L’obbligatorietà del servizio, prevista dalla costituzione della Repubblica Italiana, è ordinariamente inattiva dal 1º gennaio 2005, come stabilito dalla legge 23 agosto 2004, n. 226.
“Durante il Governo D’Alema I fu emanata la legge 14 novembre 2000 n. 331, elaborata durante il Governo Amato II e promossa principalmente dal senatore Carlo Scognamiglio. La legge conferiva al governo italiano la delega a emanare disposizioni concernenti la graduale sostituzione, entro sette anni, dei militari in servizio obbligatorio di leva con volontari di truppa, e fissò l’organico dell’esercito italiano in numero di 190.000 unità. La norma non aboliva radicalmente l’obbligo della coscrizione, ma ne statuì la possibilità del ripristino – per una o più classi – in caso di carenza di soldati, e in due casi particolari, ossia:
qualora venga deliberato lo stato di guerra, ai sensi dell’art. 78 della Costituzione
in caso di gravissime crisi internazionali in cui l’Italia sia coinvolta direttamente o in ragione della sua appartenenza ad una organizzazione internazionale”.
Quindi, osserva Michele Finguerra,
“pur se è vero che la legge ha sospeso la chiamata alle armi, in realtà non ha abolito l’istituto del servizio di leva obbligatorio, pertanto, seppure si possa ritenere ridotto il perimetro di definizione del reato, l’illecito penale non è stato abolito”.
La proposta della Lega non è da scartare a priori. Purtroppo la Lega ha solo parlato di ripristinare il servizio civile, anche se solo per sei mesi e nella più blanda forma del servizio civile. Tradure l’idea in legge è un po’ più complesso, perché più facile è promettere uno stipendio a vita a tutti senza dovere fare niente, come fa Beppe Grillo; un po’ meno popolare è dire ai giovani, venite a lavorare per sei mesi, guadagnerete 700 euro al mese, ma dovrete guadagnarvele.