Giuseppe Turani contro Francesco Maria Caruso, presidente del Tribunale di Bologna. Giudice nell’occhio del ciclone che dovrà rispondere davanti al Csm di un suo post su Facebook contro il “Sì” al referendum costituzionale di domenica 4 dicembre.
Post poi pubblicato dalla Gazzetta di Reggio e diventato subito scintilla di polemiche perché parla di riforma costituzionale figlia “di corruzione e clientelismo” e paragona i suoi amici (di facebook) che voteranno “Sì” a quelli che nel 1943 scelsero la Repubblica di Salò, cioè il nazifascismo.
All’ex editorialista di Repubblica Giuseppe Turani il giudice Caruso sembra Alessandro Di Battista del Movimento 5 Stelle. Questo il commento di Turani pubblicato su “Uomini & Business” e su Tiscali.it:
E’ presidente del tribunale di Bologna, ma sembra Dibba.
di GIUSEPPE TURANI | 02/12/2016
Con tutta la buona volontà di questo mondo sarà impossibile dimenticare il dottor Francesco Caruso, presidente del tribunale di Bologna. Ha detto, tanto per dare un saggio della propria competenza, che la riforma costituzionale proposta dal Pd è basata sulla corruzione e il clientelismo.
Ma si fosse fermato lì. No, è andato avanti: “Una maggioranza spuria e costituzionalmente illegittima non può cambiare la costituzione trasformandone l’anima, rubando la democrazia ai cittadini – aveva attaccato Caruso, evocando dopo la Repubblica di Salò – e non basta il plebiscito dell’eventuale vittoria del Sì a sanarne i vizi di legittimità. I sinceri democratici che credono al Sì riflettano. Nulla sarà come prima e voi sarete stati inesorabilmente dalla parte sbagliata, come coloro che nel ’43 scelsero male, pur in buona fede”.
Nel suo scritto, pubblicato sulla sua pagina di Facebook, ci sono sono altre meraviglie, ma ci si può fermare qui.
Naturalmente, il personaggio è stato deferito al Csm perché si valuti se è il caso di mandarlo da qualche altra parte. E staremo a vedere.
Qui, per il momento, si possono solo porre delle domande.
1- Perché mai un magistrato presidente del tribunale di una delle maggiori città italiane (incarico abbastanza delicato) sente il bisogno di correre su Facebook a scrivere come uno che ha scoperto i grillini due ore prima?
2- Si pensava, si riteneva, fino a ieri, che i magistrati di alto livello (e questo lo è) avessero come abito mentale la prudenza e la pacata valutazione dei fatti. Ci siamo sbagliati?
3- I grillini, come chiunque altro, per portare acqua al proprio mulino possono inventarsi storie, distorcere i fatti, citare cose mai successe. In questa orribile campagna referendaria lo hanno fatto un po’ tutti (sia quelli del Sì che quelli del No). E quindi, va bene. Ma che un alto magistrato in carica arrivi a scrivere che questo parlamento è illegittimo e che quindi non poteva varare alcuna riforma costituzionale fa impressione anche a uno studente del primo anno di legge. Se l’attuale parlamento è illegittimo, allora non è che non può varare una riforma costituzionale: non può varare niente. Deve solo chiedere al presidente Mattarella di essere sciolto e poi andarsene a casa.
4- Tutti sappiamo, ma non il presidente del tribunale di Bologna, che le cose non stanno così. La Corte costituzionale ha decretato che la legge con cui è stato eletto questo parlamento è incostituzionale. Infatti l’ha bocciata e l’ha espulsa dall’ordinamento giuridico italiano, come è nelle sue prerogative. Ma, contestualmente, ha detto che questo parlamento è legittimo e che può funzionare fino alla sua naturale scadenza.
5- D’altra parte è dal 2013 che va avanti, fa leggi e prende provvedimenti. Il giudice Caruso, uno degli uomini più solerti del pianeta, dove è stato in tutti questi anni? Da tre anni vive in un paese che ha un parlamento illegittimo e non dice niente? Se ne accorge solo alla vigilia del referendum costituzionale? E non manda una memoria, che so a Mattarella, al Csm, alla Corte costituzionale. Scrive venti righe sulla sua pagina Facebook, esattamente come mia nipote di 16 anni.