ROMA – La Fiat sceglie come sede legale l’Olanda, apriti cielo. L’Electrolux vuole delocalizzare in Polonia la produzione e abbandonare il nostro Paese, schiavisti. Decine, probabilmente centinaia, forse migliaia di aziende grandi e piccole lasciano o vorrebbero lasciare l’Italia. Tutti sfruttatori che vogliono trasferirsi laddove si pagano meno tasse e dove la manodopera costa meno? Sì, anzi no. O almeno non solo. Pagare meno tasse e stipendi più bassi non può che essere un’attrattiva per gli imprenditori di tutte le taglie. Ma il nostro Paese, nonostante Enrico Letta prima e Matteo Renzi poi sottolineino il bisogno di attrarre capitali stranieri, sembra scientemente voler cacciare chi vuole fare impresa nel nostro Paese. Non ci credete? E allora provate a comprare un furgone per la vostra pasticceria e capirete qual è il fascino dell’estero.
Racconta Marco Belpoliti su La Stampa il percorso ad ostacoli che si deve affrontare per acquistare un mezzo nuovo per la propria azienda. Operazione che logica, buon senso e quant’altro identificherebbero come semplice, ma che in Italia si trasforma in una vera e propria odissea che farebbe desistere anche i più coraggiosi.
“Francesco R. è il proprietario di un’azienda alimentare di medie dimensioni. Possiede un camioncino con la cella frigorifera; il mezzo è invecchiato. Decide perciò di cambiarlo. Passa da 8 a 10 tonnellate. Per cambiare il veicolo deve esibire i seguenti documenti alla Provincia:
1. fotocopia di certificato della Camera di Commercio, dove deve risultare la data di inizio dell’attività (l’ha cominciata suo padre 50 anni fa);
2. fotocopia del documento d’identità del rappresentante legale della azienda, e i tutti membri del consiglio di amministrazione, compresi i sindaci;
3. relazione dettagliata dell’attività della ditta su carta intestata della medesima e firmata, poi verrà trascritta nella modulistica per la provincia (occorre specificare il motivo per cui si necessita del mezzo che si intende acquistare);
4. fotocopia della carta di circolazione, licenze e certificati di proprietà dei mezzi intestati alla ditta di peso complessivo superiore a 60 quintali;
5. fotocopia dei documenti relativi al veicolo oggetto della domanda: fattura, atto di vendita, contratto leasing, carta di circolazione, certificato di approvazione, ecc.;
6. fotocopia delle carte di circolazione di macchine operatrici intestate alla ditta o copie di fatture di noleggio;
7. fotocopie delle patenti di autisti e loro posizioni Inps e Inail;
8. fotocopia integrale del libro matricola;
9. fotocopie autorizzazioni rifiuti in corso di validità o altre autorizzazioni ambientali; copie autorizzazioni esercizio piattaforme ecologiche.
Tutta questa documentazione è necessaria per la preparazione dell’istanza da presentare alla Provincia, che dovrà essere sottoscritta dal legale rappresentante o titolare e sarà quindi presentata allo sportello dell’agenzia nei giorni previsti.
C’è anche un allegato da compilare, in cui dichiarare: numero dipendenti, come operai, autisti, impiegati; quanti sono i soci dell’azienda, le posizioni Inps e Inail di tutti.
Inoltre, bisogna dichiarare il volume d’affari, i costi totali di esercizio, costi relativi al trasporto effettuato in conto proprio e in conto terzi, costi del lavoro dipendente, e altri dati contabili utili a giustificare la richiesta”.
Tutto questo solo per cambiare un furgone passando da uno vecchio, che tra l’altro la stessa legge italiana, trattandosi di un furgone frigorifero, obbliga a cambiare per uno nuovo. E tutto questo passando non per la burocrazia di un paese come la Svizzera, dove gli uffici sono aperti e le risposte veloci. Ma tutto ciò dovendo avere a che fare con la burocrazia italica che, e se ne abbiano pure i burocrati di tutti gli uffici del nostro Paese, non è certo nota per la sua solerzia ed efficienza. In fondo, come dare torto a Sergio Marchionne?