Il caso doveva essere chiuso. A mettere la parola fine al gossip ci ha provato ieri, 7 aprile, Carla Bruni tentando, ai microfoni di Europe 1, di rattoppare i pasticci dell’Eliseo degli ultimi giorni. E invece no, il caso non è chiuso affatto. A riaccendere la miccia è stato il capo dei servizi segreti che, smentendo la premiere dame, ha assicurato che un’inchiesta giudiziaria sul gossip c’é stata. Eppure per calmare le acque ieri (in un caso che, ha detto qualcuno a Le Monde, ha sprofondato Sarkozy “in trance”) la ex top model aveva negato l’esistenza dell’inchiesta di polizia: “non si fanno indagini su pettegolezzi”, aveva detto.
Bugia, la riprende Bernard Squarcini, capo della Direzione centrale informazioni interne (Dcri): “il mio servizio – ha detto quest’ultimo alla France Presse – è stato contattato dal direttore generale della polizia nazionale Frederic Pechenard all’inizio di marzo. Ci abbiamo lavorato su fino all’apertura dell’inchiesta giudiziaria”. La smentita è finita oggi in prima pagina di Le Monde. Le indagini “tecniche e informatiche”, portate avanti dai servizi segreti, ha spiegato Squarcini, dovevano servire a determinare l’origine delle voci. Ma nessuna intercettazione telefonica, assicura, è stata compiuta su Rachida Dati. La ex ministra della Giustizia di Sarkozy, sospettata dallo stesso Eliseo di aver diffuso le voci dei flirt della coppia presidenziale, uscirebbe dunque pulita, per ora, dalla vicenda.
Messa alle strette, la ex guardasigilli, 44 anni, habitueé degli scandali, crollata al minimo del gradimento dell’Eliseo, era partita al contrattacco ieri per zittire le malignità su di lei. La Bruni l’ha poi aiutata chiamandola “amica” e confermando che “le voci contro di lei sono solo pettegolezzi”. Ma poi la premiere dame ha glissato sulla domanda riguardo alle telefonate che Rachida Dati farebbe ormai da giorni all’Eliseo, senza ottenere risposta. Sembra, dicono altre voci, che Sarkozy non voglia parlarle. “Forse qualcuno le ha risposto”, dice la Bruni. Si sa che le due donne non possono proprio definirsi amiche. Proprio oggi si scopre che la destra Ump ha rifiutato di pagare un albergo superlusso alla ex ministra, ora eurodeputata per ripiego, di passaggio a Ginevra per una conferenza. La ex favorita di Sarkozy avrebbe dovuto ripiegare su un più modesto quattro stelle e, in più, dividere la stanza con una collega.
