L’ultimo film, “La storia di Laura” (in autunno sulla Rai) รจ stato lo spunto usato da Isabella Ferrari per documentarsi sul mondo della cocaina. Chi la consuma non sono solo ragazzini ricchi e viziati, ma anche insospettabili mamme borghesi, quelle dai maglionicini bon ton, per capirci. E’ questa la conclusione alla quale รจ arrivata l’attrice, 46 anni, 3 figli, come rivela in un’intervista al settimanale A.
“Questa storia, scritta da Ivan Cotroneo proprio per me, รจ veritiera, poco rassicurante e, incredibile, รจ stata accettata dalla Rai. Mi ha fatto scoprire un mondo che mi era estraneo. Per me, da giovane, il drogato era quello autodistruttivo che si faceva di eroina, fino alla morte”.
Per fare questo film Isabella Ferrari ha fatto una riucerca “sul campo” frequentando un Sert a Firenze: “Cโรจ moltissima gente che tira normalmente sul lavoro: per fare meglio la segretaria, per operare i pazienti, per trovare il coraggio di fare il vigile del fuoco. Cโentra la fragilitร dellโuomo, sempre piรน stressato, cโentrano la solitudine e lโimpossibilitร di ammettere la sofferenza. E soprattutto la troppa competizione. La coca sembra farti passare la paura del disagio, nascondere il tuo lato debole”.
La storia di Laura รจ la storia di tante donne: “ร una donna borghese, ha raggiunto uno status sociale invidiabile, una bella casa, due figli, un lavoro. Ma a un certo punto perde il controllo della sua vita per un senso di imperfezione. Pensava di dovere essere sempre allโaltezza di quella casa, di quel marito, della societร frequentata. Dietro una facciata impeccabile, di bei vestiti e gioielli, aveva sviluppato un grande senso di inadeguatezza. Quando un amico le offre un tiro di coca, lei entra nella spirale. Si ritrova in un mare di bugie, e ne soffre, perchรฉ รจ sincera. La sua รจ una storia di dipendenza che potrebbe raccontare qualsiasi donna della porta accanto”.
