ROMA – Le scene di nudo o di sesso, le “parolacce” e gli sketch sul limite del blasfemo della gialla famiglia Simpson danno scandalo negli Stati uniti “perbene”. Accade così che l’amatissimo e provocatorio cartone di Matt Groening, che dagli anni Ottanta rappresenta in giallo la parodia della famiglia media americana di Springfield, venga aspramente criticato da alcuni genitori. Trentotto le lamentele registrate negli ultimi tre anni negli Usa dopo ben 26 stagioni di famiglia Simpson in onda.
Claudia Casiraghi su Libero quotidiano spiega:
“Una parodia brillante, certo esasperata, della famiglia media americana, con le sue contraddizioni e i suoi lati grotteschi, che non piacciono ad alcuni. «Anche se si tratta solo di un cartone, è comunque offensivo», lamentano gruppi di spettatori un po’ troppo perbenisti, puntando il dito contro le scene di nudo, le «parolacce» e il bacio saffico dato da Marge ad un’amica”.
Se le scene di “coccole”, come le chiamano Homer e Marge Simpson, indignano, non vanno giù nemmeno parole come “cacca”, “pipì” e il tormentone “ciucciati il calzino” dell’irriverente Bart. Neanche il cattolicissimo Ned Flanders, “vicino vicinino” di Homer, è salvo dalle lamentele:
“Così come risulta indigesta la performance di Ned Flanders: bigotto fino al ridicolo, nel consueto speciale di Halloween uccide chiunque gli si pari davanti, seguendo gli ordini perversi di una ricetrasmittente- Bibbia ovviamente in mano ad Homer. Blasfemo, offensivo, un insulto per la fede altrui. Questo come l’immagine di Dio, un simpaticone con la barba, il volto sempre nascosto, appella Satana con nomignoli poco graditi, quali «ragazzone del piano di sotto» e, non pago, gli porge pure una tazza di caffè in un atteggiamento considerato «servile » dal pubblico credente”.
Le provocazioni di Matt Groening destano scalpore soprattutto negli ultimi tre anni, con i “perbenisti” che gridano allo scandalo ed è difficile non immaginare il sorriso beffardo del papà dei Simpson ora che l’obiettivo è raggiunto. Difficile da non immaginare, proprio perché quello era l’obiettivo del disegnatore quando diede vita alla sua gialla famiglia che, tra sarcasmo e storie spesso affatto politically correct, trova sempre un lieto fine.