PARIGI, 24 AGO – La proposta formulata ieri dal centrista francese Jean-Louis Borloo di tagliare del 5% gli stipendi di ministri e deputati per lottare contro i deficit e' stata sommersa da una valanga di no da parte della ''casta'', di coloro – cioe' – che si vedrebbero decurtate le paghe.
Per Thierry Mariani, ministro dei Trasporti, ad esempio, si tratta di una proposta ''totalmente demagogica'', che lascerebbe intendere alla gente ''che i politici sono superpagati in Francia, il che non e' vero''.
Pierre Lellouche, segretario di stato al Commercio, parla di una proposta ''un po' banale'' mentre Marie-Anne Montchamp, segretario di stato alla Solidarieta', la trova ''decorativa e simbolica''. Benoist Aparu, sottosegretario agli Alloggi, sostiene che ''se si tagliano i salari di francesi, si tagliano pure quelli dei politici.
Ma visto che non e' cosi', non si toccano nemmeno le remunerazioni di ministri e parlamentari''.
Valerie Rosso-Debord, deputata UMP (maggioranza di governo) parla di proposta ''simpatica ma non all'altezza di quello che potrebbe proporre Borloo'', e ricorda che ''sotto la III Repubblica i parlamentari non avevano alcuna indennita', e solo i francesi ricchi potevano fare politica''.
Al contrario, ministri e deputati si lamentano perche' il loro stipendio lordo di 13.471 euro al mese non e' all'altezza delle loro responsabilita'. Anzi, un ministro che mantiene l'anonimato ammette che stava per propendere per un'offerta nel settore privato prima di propendere per quella del governo.
''Quando si prendono i documenti dell'Insee (l'Istat francese, ndr) – afferma il socialista Rene' Dosiere – si vede che ci sono molti stipendi piu' alti di quelli dei ministri e di parlamentari, anche nel settore del pubblico impiego''.
