BELGRADO, 14 LUG – Ribadire il forte appoggio dell'Italia all'integrazione europea della Serbia e sottolineare l'interesse all'ampliamento e al rafforzamento della collaborazione economica e commerciale fra i due paesi. Sono questi i due messaggi centrali con i quali il premier, Silvio Berlusconi, giungera' domani a Belgrado per il secondo vertice bilaterale fra Italia e Serbia dopo quello del 13 novembre 2009 a Roma, nel corso del quale fu firmato da Berlusconi e dal presidente serbo Boris Tadic un accordo di partnership strategica fra i due paesi.
Quello di domani a Belgrado in realta' sara' un vertice dimezzato e molto ridimensionato a causa dell'emergenza finanziaria internazionale e della crisi dei mercati che hanno avuto pesanti ripercussioni sul nostro paese. Con Berlusconi infatti non ci saranno i ministri del nostro governo, costretti a restare in Italia per seguire da vicino l'approvazione urgente e in tempi record della manovra finanziaria, indispensabile a rassicurare i mercati e ad alleggerire le conseguenze di una crisi finanziaria che negli ultimi giorni ha visto l'Italia nella tempesta.
Inizialmente era previsto l'arrivo a Belgrado, unitamente a Berlusconi, dei ministri dello sviluppo economico Paolo Romani, dell'interno Roberto Maroni, dei trasporti e infrastrutture Altero Matteoli e dell'agricoltura Francesco Saverio Romano, che avrebbero firmato una serie di accordi bilaterali in campo energetico, agricolo e della collaborazione fra polizie nella lotta a corruzione e criminalita'.
La visita della delegazione ministeriale e la firma degli accordi bilaterali sono state rinviate a una data successiva, quando si terra' anche la sessione del Business Council italo-serbo, che era anch'esso in programma per domani.
Berlusconi si fermera' a Belgrado poche ore. Dopo l'arrivo incontrera' il presidente serbo Tadic e il premier Mirko Cvetkovic, dopodiche' terra' una conferenza stampa congiunta con Tadic. Subito dopo, nel pomeriggio, fara' ritorno a Roma.
Il secondo vertice intergovernativo fra Italia e Serbia a Belgrado ha gia' subito due rinvii. Era infatti previsto inizialmente per ottobre, ma fu allora rinviato per problemi di salute del premier Berlusconi.
Un secondo rinvio si e' registrato il mese scorso a causa di impegni politici del premier, impegnato nella verifica in parlamento. E ora, quando tutti a Belgrado attendevano finalmente lo svolgimento del summit al completo, e' arrivata la bufera finanziaria che ne ha ridimesnionato la portata.
''Nonostante la complessa situazione in Italia, Berlusconi ha confermato il suo arrivo a Belgrado, alla luce della profonda amicizia, dell'impegno a rafforzare le relazioni fra i due paesi e dell'appoggio all'integrazione europea della Serbia'', ha detto ieri alla Tanjug una fonte del governo italiano.
''L'Italia, ha aggiunto la fonte, intende ribadire il suo appoggio all'integrazione della Serbia nell'Unione europea'', e ''cio' significa che l'Italia fara' di tutto affinche' la Serbia ottenga entro la fine dell'anno lo status di paese candidato e una data per l'inizio del negoziato di adesione alla Ue''.
Il convinto sostegno dell'Italia al processo di integrazione della Serbia nell'Unione europea e' dimostrato anche dal fatto che il nostro paese e' stato uno dei primi a ratificare l'Accordo di stabilizzazione e associazione (Asa) fra Belgrado e la Ue, e ha sostenuto con grande forza e convinzione l'abolizione dei visti per i cittadini serbi diretti nei paesi dell'area Schengen.
L'Italia inoltre e' tra i primi investitori stranieri in Serbia, con un ammontare complessivo di circa un miliardo di euro. Capillare e differenziata la presenza imprenditoriale italiana, forte sopratutto nel settore automobilistico (Fiat) dell'abbigliamento (Benetton), delle calzature. Molto significativa la presenza italiana anche nel settore bancario (Banca Intesa, Unicredit) e assicurativo (Generali, Fondiaria).
Circa 250 imprese italiane che occupano complessivamente quasi 20 mila persone sono presenti in Serbia, con un volume di affari di 2,5 miliardi di euro.
