Un ddl firmato per le capacità “persuasive” delle due donne che hanno redatto il testo. Pensava di fare una battuta e così etichettare in modo ironico il disegno di legge sull’obbligo del congedo di paternità. Ma alla fine Giuliano Cazzola, del Pdl, del suo ho firmato perché “la carne è debole”, riferendosi alle attraenti Alessia Mosca (Pd) e Barbara Saltamartini (Pdl), ne è uscito come il politico che non crede nella parità dei sessi e che la gaffe se la poteva anche risparmiare.
Cazzola ha confermato che quel ddl non lo condivide, nella prima seduta di discussione generale l’esponete del Popolo delle libertà si era dichiarato “sconvolto, sotto il profilo culturale, dinanzi alla pretesa di taluni deputati di modificare i costumi e gli orientamenti della società facendo affidamento sulla sola forza della legge”.
L’esponente del Pdl ha poi parlato di “palesi incongruenze soprattutto di ordine finanziario” contenute nei testi di Mosca e Saltamartini. Infatti i due ddl, ampliando l’ambito di applicazione dei permessi esistenti e introducendo nuovi congedi obbligatori, non contengono misure per evitare “forme di abuso”. Senza contare che il tutto porterebbe a incrementare il costo del lavoro. E’ poi arrivata la frase oggetto dello scontro: Cazzola ha infatti motivato coloritamente la sua sottoscrizione del testo Saltamartini. Lo ha fatto “a malincuore”, ha spiegato “non essendo riuscito a resistere alla forte capacità di persuasione delle presentatrici”; insomma, ha aggiunto, “la carne è debole”.
Dopo gli interventi di due parlamentari, già iscritti alla discussione, Saltamartini ha preso la parola, e si è augurata che “alla base del sostegno di altri deputati alla sua proposta vi sia stata esclusivamente la maturazione di un convincimento di merito”, ed ha escluso con tono deciso “di aver svolto qualsiasi attività di persuasione nei confronti di chi ha prestato, volontariamente, la propria adesione”.
Cazzola, ha cercato di riparare, e dopo altri sei interventi, ha nuovamente preso la parola per scusarsi per le sue “considerazioni ironiche, espresse puramente a titolo di battuta”, chiarendo di non aver avuto intenzione di “recare offesa ad alcun deputato”. Ma intanto il provvedimento procede. Moffa ha proposto di dar vita a un comitato ristretto che stili un testo unificato delle proposte Mosca e Saltamartini, inserendo solo le norme che non hanno oneri a carico dello Stato.
Alcuni degli articoli del testo Saltamartini, infatti, prevedevano norme che avrebbero avuto un costo per la finanza pubblica. La commissione ha approvato, con Alessia Mosca che ha voluto precisare che la sua proposta, come quella Saltamartini, prevede solo quattro giorni di congedo obbligatorio per i neo-papà a fianco di quelli facoltativi. Il costo per le aziende, ha spiegato, è dunque basso ma la norma ha un forte significato culturale.
