ZAGABRIA, 9 OTT – La Ue ha espresso preoccupazione per il progetto di legge adottato recentemente dal governo croato con il quale si dichiarano nulle e prive di ogni valore legale le procedure della giustizia serba e della ex Jugoslavia a carico di cittadini croati sospettati di crimini di guerra durante il conflitto del 1991-1995.
''Abbiamo espresso preoccupazione e abbiamo posto dei quesiti al governo croato al fine di comprendere meglio i contenuti del provvedimento'', ha detto il rappresentante della commissione Ue in Croazia, Paul Vandoren, citato dai media. Osservando come le ferite causate dai conflitti sanguinosi degli anni Novanta nella ex Jugoslavia non si siano ancora rimarginate, ''cosa questa che si vede ogni giorno'', Vandoren ha sottolineato la necessita' di lavorare per giungere a una piena riconciliazione fra tutti i popoli della regione. ''La prosecuzione della collaborazione con il Tribunale penale internazionale dell'Aja (Tpi) resta un fattore chiave, e bisogna rafforzare la caccia ai criminali di guerra e assicurarli alla giustizia'', ha affermato il rappresentante di Bruxelles.
Il progetto di legge varato dal governo croato il 29 settembre scorso, che deve essere ancora approvato dal parlamento, dichiara nulle tutte le procedure giudiziarie avviate dalla ex Jugoslavia e oggi dalla Serbia a carico di croati sospettati di crimini di guerra durante il conflitto armato degli anni Novanta.
Secondo il premier Jadranka Kosor, la Croazia non puo' permettere alla Serbia di estendere la sua giurisdizione a crimini commessi sul territorio croato. ''Tutti quelli che hanno commesso crimini di guerra durante il conflitto in Croazia dovranno rispondere dei loro atti di fronte alla giustzia croata'', aveva detto il premier annunciando il provvedimento, adottato poco dopo l'invio da parte della giustizia serba di atti di accusa a un gruppo di responsabili ed ex dirigenti politici e veterani croati, sospettati di genocidio e rivolta armata.
Il provvedimento, se approvato dal parlamento di Zagabria, rischia di far peggiorare nuovamente i rapporti fra Croazia e Serbia, migliorati negli ultimi tempi grazie ai buoni rapporti instauratisi fra i due presidenti, il serbo Boris Tadic e il croato Ivo Josipovic.
