
PARIGI – Dominique Strauss-Kahn torna in politica. O almeno in Parlamento. Mercoledì 26 giugno l’economista, ex direttore del Fondo Monetario Internazionale, ha dato la propria testimonianza in una commissione parlamentare sul ruolo delle banche nell’agevolare l’evasione fiscale. E ha preso le difese del mondo finanziario. Quello di mercoledì 26 giugno è stato il primo intervento di Strauss-Kahn in Parlamento dopo il processo per lo stupro di Nafissatou Diallo, la cameriera dell’Hotel Sofitel di New York.
”Incriminare la finanza per il disastro economico che viviamo ha la stessa rilevanza che incriminare l’industria dell’auto quando parliamo di morti sulle strade”, ha detto alla commissione d’inchiesta all’Assemblea Nazionale di Parigi. ”Ogni progresso per migliorare il prodotto è benvenuto e avere auto più sicure è meglio di averne di meno sicure. Se siamo capaci di migliorare il funzionamento delle attività bancarie in termini di regolamentazione va benissimo. Bisogna farlo. Tutto questo mi sembra però meno importante rispetto al comportamento degli utenti. Avere auto più sicure non basta, servono semafori, limiti di velocità, gendarmi…”.
Strauss-Kahn ha anche commentato il dibattito sull’apertura delle trattative per un accordo di libero scambio tra Stati Uniti e Unione Europea, che, ha detto, rappresenta ”una trappola considerevole per gli europei”. ”Credo che i francesi abbiano fatto bene a volersi battere per il problema dell’identità culturale (la cosiddetta ‘eccezione culturale’, che escluderà la cultura dalle trattative, ndr.), è un piccolo aspetto, ma aver portato a casa questo risultato è un gran risultato”.
”Il vero argomento sono le norme, ha proseguito Dsk, la triangolazione che gli Usa, che hanno già un accordo con il Pacifico o la Cina, vogliono ottenere con noi per incastrare i cinesi da dietro. E noi siamo in una situazione molto difficile. Questo esempio mostra che siamo in un mondo di cattivi e non in un mondo di buoni”. Dopo l’intervento di circa un’ora e un quarto, Strauss-Kahn è uscito dall’uscita principale del Senato senza rilasciare dichiarazioni. Al suo arrivo, era stato più discreto, passando per il parcheggio nel sottosuolo.