Era stato dato per vincente durante tutta la campagna elettorale e ora lo scissionista fiammingo Bart De Wever si può godere ufficialmente la vittoria: “Abbiamo più del 30 per cento”. E così il risultato elettorale di oggi passa alla storia del Belgio come la prima volta in cui il partito N-Va arriva a questo risultato. Primo partito, con una solida maggioranza nella regione delle Fiandre. Un partito che come obiettivo ha la divisione del Belgio.
“Oggi abbiamo scritto una pagina importante della storia”, ha sottolineato De Wever davanti a centinaia di sostenitori che lo hanno a lungo applaudito. “Nessuno ha interesse a mantenere un Paese bloccato”, ha quindi aggiunto De Wever. “Il nostro obiettivo è quello di tendere una mano ai francofoni”, ha proseguito puntando l’attenzione sulla necessità primaria di mettere ordine nelle finanze.
Ora al centro del dibattito torna l’unità di uno dei paesi europei più lacerati: con il risultato degli scissionisti si assisterà alla divisione definitiva? Sarà complicato ora formare una coalizione di governo: in Belgio si svolgono infatti due distinte elezioni per le due regioni, divise in base alla lingua. In Vallonia risultano largamente in testa, infatti, i socialisti di Elio Di Rupo, figlio di immigrati abruzzesi. Ma i separatisti risultano comunque una vera sorpresa, è la prima volta che il partito più votato è quello che chiede la divisione del Paese.
Alla testa di una piccola formazione autonomista, Bart De Wever, 39 anni, fiammingo di Anversa, è la rivelazione delle elezioni in Belgio. L’uomo, che dice di voler far “evaporare” il Paese, a capo della Nuova alleanza fiamminga (N-Va), era dato dai sondaggi come vincente, l’unico che nelle Fiandre potesse sbaragliare il partito dei cristiano-democratici (Cda) dell’ex premier Yves Leterme e dell’attuale presidente dell’Unione europea, Hermann Van Rompuy.
Qualche giorno fa, davanti alla stampa straniera, il leader indipendentista ha usato toni tranquilli, dicendo che la sua vittoria “non sarà la fine del Belgio”, ma di fronte ai suoi elettori ha reclamato con forza uno Stato confederale come prima tappa verso una vera e propria dissoluzione del Paese. “Sarà un’evoluzione, non una rivoluzione”, ha spiegato.
Sulle convinzioni di Bart De Wever non lascia dubbi un’immagine che nel gennaio scorso fece non poco scalpore. Dopo la sua nomina a miss Belgio 2010, la diciottenne fiamminga Cilou Annys si fece fotografare, su una rivista patinata, in compagnia del leader indipendentista, mentre calpestava la bandiera nazionale. A corredo, le dichiarazioni dell’uomo politico: “Il Belgio è il Paese più sbagliato del mondo”.
Fondatore nel 2001 dell’ N-Va, De Wever ne è diventato presidente nel 2004. Suo cavallo di battaglia, la guerra ai trasferimenti di denaro pubblico in Vallonia, la regione di lingua francese meno prospera delle Fiandre. Nel 2007 era alleato dei cristiano-democratici fiamminghi di Leterme, ma ora ha buon gioco nel fustigare l’immobilismo di chi, come il premier uscente, non ha attuato quanto promesso tre anni fa nella precedente campagna elettorale, ossia la riforma dello Stato per dare ancora ulteriori poteri alle regioni e rendere le Fiandre ancora più autonome.
