
Dopo 13 anni all’opposizione, i conservatori britannici sognano il numero 10 di Downing Street. Ancora poche ore e sapremo se i Labour saranno definitivamente spodestati da David Cameron o se anche la Gran Bretagna abbandonerà il suo granitico sistema bipolare per un più insicuro policentrismo.
Tutti i sondaggi della vigilia di queste combattutissime elezioni britanniche danno i Tory avanti nel voto popolare, a un soffio dalla maggioranza assoluta ai Comuni. Ma sempre di sondaggi si tratta. E il sistema elettorale maggioritario, unito alla geografia dei collegi elettorali, potrebbero anche regalare un’inattesa vittoria di seggi al Labour di Gordon Brown. Si tratta di poche centinaia di voti che, però, potrebbero fare la differenza.
Per cui la battaglia si spinge nella notte, forse fino alla mattina, sicuramente fino all’ultimo voto. Le parole d’ordine, in quel caso, potrebbero essere domani “parlamento appeso” (ovvero senza maggioranza assoluta) e “coalizione” (la più probabile tra laburisti e Lib-dem). Uno scenario a cui il Regno Unito non è abituato.
Dalle 7 questa mattina oltre 44 milioni di britannici sono stati chiamati a votare in 50.000 seggi in tutto il paese per il rinnovo del parlamento e di quasi 200 consigli locali. Seriamente in lizza per la prima volta ci sono i Liberaldemocratici di Nick Clegg, la sorpresa di questa campagna elettorale, che sperano in una consistente avanzata tanto da diventare l’ago della bilancia di future possibili coalizioni. Clegg, in ogni caso, si può rallegrare della sua vittoria ‘virtuale’ nelle elezioni organizzate dal gruppo Democracy UK su Facebook. Con un confortevole 42% (peccato che questo ‘voto’ non abbia alcun valore statistico).
L’affluenza sembra alta, anche se i dati precisi si sapranno solo dopo la fine dei conteggi: sin dalla mattina ai seggi in diverse aree del paese sono state notate lunghe code. Occhi puntati in particolare sui seggi ‘in bilico’: una sessantina di circoscrizioni che i Tory devono conquistare se vogliono aspirare alla maggioranza assoluta.
Il primo leader a votare, nell’Oxfordshire, è stato Cameron, accompagnato dalla moglie Samantha, seguito da Gordon e Sarah Brown a North Queensferry in Scozia, quindi Nick Clegg e sua moglie Miriam (che è spagnola e non può votare per il marito) a Sheffield, nel centro-nord dell’Inghilterra.
L’incertezza sull’esito elettorale non è solo una previsione giornalistica: la regina Elisabetta II ha deciso di incontrare il vincitore delle elezioni solo dopo le 13 di domani, e solo dopo che costui avrà avuto chiaro il percorso su come formare un governo.
Anche se David Cameron avrà la maggioranza relativa dei seggi egli dovrà avere argomenti certi per dire alla Regina che è nella posizione migliore per formare il nuovo governo. Se il Labour avrà la maggioranza relativa, o perderà di poco rispetto ai Tory, l’incarico andrà a Gordon Brown, che dovrebbe tentare una coalizione con i Lib-dem.
Tradizionalmente, la regina dà udienza al vincitore e futuro premier già la mattina, ma stavolta il risultato è troppo in bilico anche per Sua Maestà .
