ROMA, 9 DIC – ''L'ostinazione della Merkel e di Sarkozy a voler modificare il trattato europeo per includere le regole e gli obiettivi di finanza pubblica gia' contenuti nel ''six pact'' ha avuto come unico e previsto risultato il veto di Cameron e la perdita di tempo prezioso. L'accordo raggiunto nella notte a Bruxelles e' deludente''. Lo afferma Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro del Pd in merito al vertice in corso a Bruxelles.
''L'annunciato accordo intergovernativo da approvare entro marzo 2012 – spiega – e' un gran pasticcio giuridico. Se, invece, si fosse seguita la proposta del governo Monti, del Pd e dei gruppi progressisti europei di utilizzare gli amplissimi spazi previsti dai trattati vigenti si sarebbero potuti fare passi avanti significativi. Unici punti positivi concordati riguardano, da un lato, la correzione del costosissimo errore fatto dalla coppia Merkel-Sarkozy a Douville ad ottobre 2010, in relazione al coinvolgimento dei creditori privati nella ristrutturazione dei debiti sovrani. Dall'altro, l'obiettivo di anticipare a luglio 2012 lo European Stabilization Mechanism, il nuovo fondo Salva-Stati. In tale contesto, sara' difficile per la Banca Centrale Europea andare oltre a quanto ufficialmente indicato dal presidente Draghi. Tuttavia, senza poter comunicare ai mercati un piu' attivo intervento della Bce sul mercato secondario dei titoli di debito sovrano, risulterà improbabile un affievolimento del rischio percepito e dei problemi di liquidita' dei debitori solventi.
Alla luce di quanto avvenuto stanotte, l'iniziativa del governo italiano e delle forze che vogliono salvare l'euro e l'Unione europea deve essere ancora più determinata, sia per riorientare verso lo sviluppo una linea di politica economica ossessionata da un'austerita' sempre più autolesionista, sia per arrivare ad una svolta di governance. A tal fine, i cambi di governo attesi a Berlino e a Parigi saranno decisivi''.
