ROMA – Dichiarazione di interessi di tutti i membri del governo online, visibili a tutti, per evitare qualsiasi conflitto di interessi: naturalmente non siamo in Italia, ma in Francia, che adotta quella che è una pratica già diffusa in Gran Bretagna e Canada. Il documento che ministri e sottosegretari metteranno sul web conterrà informazioni dettagliate sulle loro attività in corso e su quelle concluse negli ultimi cinque anni. Non soltanto i redditi, quindi, ma anche le partecipazioni azionarie ed eventuali incarichi pubblici di familiari e parenti vicini.
Mancheranno dall’elenco pubblico le proprietà immobiliari, ma ci saranno i beni in loro possesso. Insomma: l’intenzione è di dimostrare che i politici più in vista non si sono serviti del loro potere per arricchirsi.
A giugno poi dovrebbe essere presentata dal governo di Francois Fillon un disegno di legge contro il conflitto di interessi, aumentando il livello di incompatibilità tra settore pubblico e attività private. Un passo verso l’obbligo di dichiarazione di interessi anche da parte dei manager pubblici.
L’operazione “trasparenza” arriva dopo gli scandali che hanno investito l’ex ministro degli esteri Michele Alliot-Marie, in vacanza in Tunisia con l’aereo di un amico di Ben Ali, e il ministro del lavoro Erico Woerth, sospettato di aver favorito l’assunzione di sua moglie Florence nella società che gestiva il patrimonio di Liliane Bettencourt, erede di L’Oréal.
