Eppure nessuno a sinistra dorme sonni tranquilli. La Francia che si ciba di sondaggi con una spasmodica voracità ha visto troppe volte ribaltati i pronostici della vigilia. I socialisti inoltre sono ancora scossi dall’«affare del Sofitel», l’arresto di Dominique Strauss-Kahn per un’accusa di stupro ai danni di una cameriera di un lussuoso albergo newyorchese. DSK, come lo chiamano famigliarmente in Francia, era dato da tutti come il favorito per la corsa presidenziale del 2012.
La sfida principale nelle primarie socialiste è, come già detto, tra François Hollande e Martine Aubry. Gli altri candidati non sembrano veramente in corsa. Tra questi vi sono le nuove leve del partito Arnaud Montebourg e Manuel Valls, entrambi di 47 anni, e una vecchia conoscenza, Ségolène Royale, ex moglie di Hollande e grande sconfitta delle elezioni del 2007. Hollande e Aubry presentano due immagini di sé molto diverse, umanamente e politicamente.
Il primo si è fatto notare mediaticamente negli ultimi mesi per un’impressionante cura dimagrante in vista delle competizioni elettorali. Nelle ultime settimane ha moltiplicato i meeting politici in tutte le regioni della Francia. Si è presentato come un «candidato normale» in contrasto all’esibizionismo e a volte alla rozzezza che hanno contraddistinto lo stile Sarkozy. Dopo un presidente «bling-bling» come dicono i francesi, Hollande vuole dare l’immagine di «monsieur tout-le-monde». E’ un rappresentante della tendenza centrista del partito.
Piuttosto dell’alla sinistra è invece Martine Aubry, figlia d’arte di Jacques Delors, tra i più importanti dirigenti del partito negli anni 80 e 90, nonché Presidente della Commissione Europea. Si presenta come un Angela Merkel della sinistra, un misto di rigore, autorità ed efficienza. Su di lei pensa l’incognita della candidatura femminile. In Francia nessuna donna è mai divenuta presidente della Repubblica. La sola donna ad essere divenuta primo ministro Edith Cresson ha avuto un effimero successo, rimanendo al suo posto per meno di un anno.
