LONDRA, 17 FEB – In Gran Bretagna sono in arrivo profondi cambiamenti nel sistema del welfare. Il premier David Cameron e il ministro al Lavoro e alle Pensioni Ian Duncan Smith hanno infatti presentato quello che sarà non solo una rivoluzione nei metodi – con l’addio al complicato sistema dei crediti personali – ma anche e soprattutto nella “cultura” dei britannici.
“Lavorare non rappresenterà mai più la scelta sbagliata dal punto di vista economico”, ha detto il primo ministro. “Noi renderemo finalmente redditizio il lavoro, specialmente per i settori più poveri della popolazione”. Sino ad oggi, infatti, i generosi sussidi statali, presi tutti insieme, potevano persino rendere sconveniente avere un impiego.
“La presenza dei benefit”, ha analizzato Cameron, “ha nel tempo creato una cultura dei sussidi”. Che poi è esattamente dove la riforma immaginata da Duncan Smith vuole colpire. Oltre al credito universale, dunque, saranno rivisti anche i criteri delle pensioni d’invalidità – con un risparmio per l’erario di 5,2 miliardi di sterline all’anno.
“Quando è stato introdotto lo stato sociale”, ha concluso Cameron, “non contava solo il successo personale ma anche che tipo di cittadini si voleva essere. Frodare il sistema avrebbe portato alla vergogna personale e non solo alla condanna sociale. Ma quella cultura di responsabilità collettiva per molti versi è andata persa. Ora le persone si mettono in malattia quando invece potrebbero lavorare o rifiutano un’offerta dopo l’altra”. Ecco allora che in futuro che verrà pizzicato a truffare lo stato per tre volte verrà escluso dal sistema dei benefit per tre anni.
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