
ROMA – A 43 anni Cecilia Malmstrom è la lady di ferro che fa resistenza all’Italia e alle sue richieste di maggiori aiuti europei per fare letteralmente sloggiare i migranti. Svedese di nascita è commissario Ue per gli Affari Interni in Commissione dal 2010 e il Giornale ne ha spulciato il passato professionale per cercare di stanare sprechi e aiuti inutili, o almeno così considerati dal quotidiano in rapporto a Lampedusa affollata.
Partendo dai dati dell’ultimo rapporto di Open Europe, un centro di ricerca inglese, Gian Micalessin comincia il suo elenco per bacchettare la Malmostrom.
Un capitoletto del rapporto è dedicato ai 10 milioni di euro bruciati dal Cigem, un centro per l’immigrazione aperto nel 2008 a Bamako, capitale del Mali, su iniziativa della Commissione europea. Nei sogni di Bruxelles il centro doveva selezionare gli immigrati in partenza dal Mali e trovar loro posti di lavoro sicuri in Europa. Dopo tre anni di lavoro e 10 milioni di euro bruciati, il centro ha garantito la bellezza di 6 assunzioni.
Open Europe spiega, cita il Giornale, che nel 2009 l’organizzazione culturale belga Africalia s’è intascata 462.700 euro per sviluppare un progetto intitolato «Ballo quindi sono». Con quei 462.700 euro prelevati dalle nostre tasche i fantasiosi animatori di Africalia hanno spedito maestri di ballo ai quattro angoli del Burkina Faso e del Mali garantendo «un allenamento artistico capace di fondere tradizione e modernità e promuovere l’integrazione socio culturale». Un vero toccasana per un Paese dove – dicono le statistiche Onu – la gente vive con meno di un euro al giorno.
E ancora, riferisce l’articolo, Tipik, l’agenzia di Bruxelles a cui la Ue commissiona i depliant destinati a illustrare le proprie campagne umanitarie. Nel 2009 si sono fatti pagare 115mila euro per mettere nero su bianco il rapporto annuale sugli aiuti europei.
