Lotta alla povertà, rilancio dell’economia e difesa del sistema sanitario pubblico inglese: con Cameron i conservatori rubano ai laburisti i loro slogan. La campagna elettorale, prevista per il maggio prossimo, è alle porte e il leader dei Tories ha deciso di affilare le armi.
«Chi ha reso poverissimi i più poveri? Chi ha fatto aumentare la disoccupazione giovanile e le disuguaglianze? Non noi “cattivi” Tories ma voi Labor. Siete voi gli artecifi di questa società. Non azzardate a darci lezioni sulla povertà. Avete fallito e spetta al moderno partito conservatore aiutare oggi i più poveri», ha tuonato David Cameron alla chiusura del Congresso del suo partito.
Dice di avere carattere, temperamento e giudizio per ricoprire il ruolo di premier britannico. A otto mesi dalle elezioni vuole sconfiggere l’attuale primo ministro Gordon Brown dopo tre legislature laburiste.
Cameron punta alla nuova veste progressista del suo partito, parla di famiglia, di unioni, di responsabilità sociale e debito pubblico come un leader che vuole affascinare, non solo chi vota tradizionalmente i Tories.
«Ecco un piano di riforme progressiste per l’Europa: dobbiamo lavorare insieme sulle cose in cui l’UE ci può aiutare, come la lotta al cambiamento climatico, la lotta alla povertà globale, e il libero commercio. Ma dobbiamo tornare a politiche democratiche e responsabili su competenze che l’Europa non dovrebbe avere», ha spiegato.
La ricetta di Cameron è riduzione, ma anche ottimizzazione della spesa pubblica e maggiore responsabilità dei cittadini. Cerca di spingere sul tema della tutela dell’infanzia, sulle garanzie dei bambini, sul loro diritto ad avere una famiglia stabile. Nel suo discorso, mentre evocava “I have a dream” di Martin Luther King ha citato anche il dolore e la crepa creatasi nella sua intimità dopo la morte di suo figlio Ivan.
Eletto alla guida del partito nel 2005, il leader dei conservatori è riuscito a modernizzare il partito, si è guadagnato popolarità e consensi, ma finora, non ha mai fatto parte del governo britannico.
