ATENE – Il tempo, per il governo greco, stringe. I primi giorni della settimana prossima torneranno ad Atene i rappresentanti dei creditori internazionali del Paese per imporre al governo – secondo quanto riferiscono tutti i media – nuove misure che riguardano il costo del lavoro necessarie per la riconquista della sua competitivita'.
Il premier Lucas Papadimos sembrerebbe deciso – secondo i giornali – a parlare di tutto perche' ritiene che la bassa competitivita' della Grecia sia dovuta anche agli stipendi alti nel settore privato. Prima pero' di decidere sull'argomento, il governo aspetta la conclusione delle trattative fra le parti sociali, anche se voci della capitale sostengono con sempre maggiore insistenza che, a questo punto, la regolamentazione legislativa del problema e' inevitabile perche' il tempo concesso dai creditori si sta esaurendo.
Da parte sua, la potente Confederazione Generale dei Lavoratori di Grecia (Gsee), per bocca del suo presidente Ginnis Panagopoulos ha ribadito di nuovo che si mettera' al tavolo con i rappresentanti degli industriali e degli imprenditori ma non accettera' in alcun modo di parlare di modifiche al contratto collettivo di lavoro, mentre ha definito una "violazione parlamentare" l'eventuale ricorso a interventi legislativi sulla questione.
Il portavoce del governo, Pantelis Kapsis, parlando alla televisione privata Mega ha sostenuto che "il governo e' in cerca della miglior soluzione per proteggere la competitivita' del Paese" e si e' detto favorevole alla riduzione dei sussidi pensionistici. "Non vogliamo tagli orizzontali, pero' non e' ammissibile che i sussidi pensionistici siano superiori alla pensione di base", ha concluso Kapsis.
