ROMA – La Grecia promette riforme fiscali e tagli delle baby-pensioni in cambio del prestito triennale che il governo Tsipras ha chiesto al fondo salva stati (Esm). Le riforme dovrebbero essere varate già la prossima settimana, sia sul fronte del “fisco” che del “sistema pensionistico”. È scritto nella lettera inviata dal neoministro dell’Economia greca Euclid Tsakalotos all’Esm e pubblicata dal ‘Brusselsblog’ del Financial Times.
“La Grecia è decisa a onorare i debiti finanziari a tutti i suoi creditori in toto e con tempistiche appropriate. Rinnoviamo l’impegno a restare un paese membro dell’Eurozona e a rispettare le sue regole”.
“La repubblica greca – continua la lettera – è pronta a varare un comprensivo pacchetto di riforme e misure incentrato ad assicurare la sostenibilità del bilancio, alla stabilità finanziaria e alla crescita economica di lungo periodo”. Oltre alle riforme immediate su fisco e pensioni, il governo greco promette poi di includere “misure aggiuntive per rafforzare e modernizzare l’economia”. “Per evitare ogni dubbio – conclude la lettera – questa missiva sovrascrive le nostre precedenti richieste inviate nella lettera datata 20 giugno 2015”.
Intanto le banche in Grecia resteranno chiuse almeno fino a venerdì, così come fino a venerdì prossimo resteranno in vigore i controlli sui capitali.
Due miliardi e 375 milioni in cassa. Un piccolo respiro per le casse dello Stato greco vengono dai 750 milioni di euro di crediti che l’Erario ha raccolto in quattro giorni dai contribuenti e dai titoli di Stato a sei mesi che la Grecia ha collocato sui mercati per 1,625 miliardi di euro. Il rendimento resta fermo al 2,97%. Stabile la domanda con un rapporto di copertura pari a 1,3.
Il ministero delle Finanze ellenico ha smentito che il governo di Atene stia approntando un piano per introdurre una valuta parallela, o dei certificati detti IOU (I Owe You, Pagherò), per pagare stipendi e pensioni dei dipendenti statali alla fine di luglio.
Citando fonti non identificate, il quotidiano economico Kathimerini (che al referendum era schierato per il sì) aveva riferito che la Ragioneria Centrale ellenica si starebbe preparando ad emettere i “pagherò” qualora Atene ed i suoi creditori non dovesse raggiungere un accordo entro la fine di luglio. “La notizia è del tutto priva di fondamento. Tali informazioni sono tese a danneggiare il Paese e sono pericolose in un momento in cui i negoziati con i creditori sono a un punto cruciale”, ha detto il ministero delle Finanze in una nota.