Il governo greco ha annunciato una vera e propria epurazione in seno all’amministrazione fiscale rimuovendo 20 alti funzionari e indagando decine di dipendenti per presunta corruzione, attività economiche illegali ed evasione delle imposte.
In uno sforzo per «ripristinare la reputazione dell’amministrazione fiscale» nel quadro della lotta contro la corruzione e l’evasione, il ministero delle finanze ha annunciato inoltre un controllo incrociato sui redditi di tutti i suoi dipendenti parte dei quali sono proprietari di beni incompatibili con le loro possibilità economiche.
In un comunicato il ministero precisa che i 20 dirigenti sono stati rimossi e sostituiti per non aver garantito una giusta amministrazione fiscale in «numerosi uffici delle imposte in tutta la Grecia». Settanta dipendenti sono inoltre indagati dopo che è stato appurato che con un reddito annuale di poco superiore ai 50.000 euro sono proprietari di beni immobili del valore fra 800.000 e 3 milioni di euro.
Saranno inoltre svolti accertamenti su presunti casi di corruzione, contrabbando e altre attività economiche illegali, falsificazione di documenti e negligenza in relazione a 50 denunce anonime e no contro dipendenti di 31 uffici delle imposte, 10 agenzie doganali e altri uffici.
Infine 234 dipendenti sono sotto inchiesta per non aver presentato dichiarazioni del reddito nel periodo 2007-2008. L’evasione fiscale costa all’erario greco 15 miliardi di euro l’anno e si calcola che un quarto delle tasse non vengano pagate a causa della corruzione dei funzionari delle imposte.
Il parlamento ha approvato nelle scorse settimane una “legge anti-corruzione” che prevede la prigione e multe fino a 1 milione di euro per gli evasori fiscali. Inoltre saranno allontanati dai loro incaricati e confiscati i beni di ministri, deputati, amministratori locali e funzionari dello stato colpevoli di corruzione o malversazione.
